Un trapianto eccezionale. Martina a soli 4 anni ha un cuore nuovo, le è stato donato da una mamma e da un papà di Roma che in un momento di grande sofferenza hanno saputo compiere il più grande gesto d’amore. La bimba, ricoverata all’ospedale Monaldi di Napoli, ha subito un intervento estremamente delicato.
Quando viene effettuato?
I bambini per i quali si rende necessario il trapianto di cuore sono di solito colpiti da diverse forme di cardiomiopatia terminale, refrattaria alla terapia medica e con una prognosi inferiore a 24 mesi. di Martina il trapianto si è reso necessario per porre rimedio ai danni procurato dalla chemio. Martina infatti ha lottato nei primi anni di vita con un tumore cerebrale. È riuscita ad arrivare al trapianto perché per un intero anno il suo cuoricino è stato è assistito da un cuore artificiale. Un anno che ha trascorso ricoverata nell’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli, circondata dall’affetto dei familiari ed assistita dall’equipe cardiochirurgica.
Il rischio di rigetto
Al di là dei rischi diretti dell’operazione, uno degli aspetti critici nei pazienti sottoposti a trapianto è quello del rigetto e della relativa terapia cronica antirigetto. Ad oggi, infatti, questi pazienti non possono sospendere del tutto la terapia immunomodulatrice (o antirigetto) per il rischio che il sistema immunitario riconosca il nuovo organo come estraneo, tendendo quindi ad attaccarlo. Con la terapia immunosoppressiva (ma oggi è più corretto dire immunomodulatrice) si cerca di rendere il sistema “tollerante” nei confronti di quell’organo. Le complicanze sono quindi più che altro legate da un lato al rigetto in sé, che può essere più o meno importante, e dall’altro alla tossicità farmacologica delle terapie necessarie a contenerlo.
Una storia che commuove
Quella di Martina resta comunque una storia a lieto fine, una storia che – per dirla con le parole del presidente Vincenzo De Luca «commuove e colpisce. A questa bimba e alla sua famiglia, come a quella di chi ha donato il cuore, va il nostro ideale abbraccio. E’ una storia che onora la sanità campana, ed è testimonianza e conferma di quanta professionalità e di quante eccellenze esistono e si impegnano quotidianamente nelle strutture sanitarie della nostra regione».
Per la bimba inizia ora una nuova vita, piena di ostacoli ma anche di speranza. Il sogno della famiglia, e di tutto l’ospedale che in un certo senso l’ha adottata, è quello che Martina possa presto tornare a giocare spensierata e felice.