Una dieta ipocalorica è spesso il segreto della longevità. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Aging e condotto dalla Columbia University dimostra che la cosiddetta “restrizione calorica” può, a lungo termine, rallentare il processo di invecchiamento biologico negli adulti. L’equazione alla quale guardano i ricercatori è dunque: meno calorie più anni di vita. Naturalmente, i fattori da tenere in considerazione sono moltissimi, ma le prove che una riduzione proporzionata delle calorie faccia bene ci sono tutte.
I dati
La ricerca scientifica ha identificato un promettente legame tra la riduzione calorica prolungata e il rallentamento del processo di invecchiamento umano. Uno studio condotto su adulti magri o leggermente sovrappeso ha rivelato che una diminuzione del 12% dell’apporto calorico per due anni ha portato a un significativo rallentamento dell’invecchiamento, stimato tra il 2-3%. Sebbene l’effetto possa sembrare modesto, si accumula nel tempo, suggerendo un possibile impatto significativo sulla longevità e sulla salute.
Età biologica vs anagrafica
L’età biologica di una persona, misurata attraverso l’accumulo di danni, cambiamenti fisiologici e perdita di funzione fisica nel tempo, raramente coincide con l’età anagrafica. Questo è dovuto a diversi stili di vita che influenzano il processo di invecchiamento. Due individui della stessa età anagrafica possono infatti presentare un’età biologica differente in base alle loro abitudini quotidiane.
Cambiamenti molecolari e restrizione calorica
Lo studio dalla Columbia University ha approfondito la relazione tra la restrizione calorica a lungo termine e i cambiamenti molecolari associati all’invecchiamento. Misurando le modifiche al DNA in adulti giovani e di mezza età, i ricercatori hanno scoperto che coloro che hanno ridotto le calorie del 12% hanno rallentato la loro velocità di invecchiamento tra il 2-3%. Utilizzando un “contachilometri” basato sui cambiamenti del DNA, è stato possibile determinare il tasso annuale di invecchiamento biologico.
Invecchiamento rallentato
I risultati hanno dimostrato che i partecipanti che hanno adottato una dieta a ridotto apporto calorico hanno registrato un rallentamento tangibile nel processo di invecchiamento rispetto a coloro che hanno mantenuto un’alimentazione normale. Questo rallentamento del 2-3% può sembrare modesto, ma le ricerche precedenti indicano che un simile effetto potrebbe ridurre il rischio di mortalità del 10-15%.
Il DNA
L’aspetto più interessante è che ci sono ora prove concrete del fatto che la riduzione calorica a lungo termine può influenzare positivamente i processi molecolari associati all’invecchiamento, aprendo la strada a nuove prospettive sulla modifica dell’invecchiamento del DNA. L’osservazione che la restrizione calorica (spesso associata alo stile alimentare vegano) può rallentare i cambiamenti legati all’invecchiamento suggerisce la possibilità di intervenire e modulare questo processo. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, questo studio apre la strada a nuove strategie per promuovere una vita sana e prolungata attraverso scelte alimentari oculate nel lungo termine: un vero e proprio elisir di lunga vita.