Napoli celebra i 40anni di storia del il Centro Interdipartimentale Trapianti di Rene dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, diretto da Enrico Di Salvo. Era infatti il 4 aprile 1977 quando un gruppo di coraggiosi medici, tra cui i professori Giuseppe Zannini, Mario Luigi Santangelo, Renato Cuocolo, Vittorio Emanuele Andreucci e Adolfo Ruggiero, realizzò il primo trapianto di rene nell’Italia meridionale, aprendo la strada per la diffusione di questa pratica terapeutica nella Regione Campania e in tutto il Sud Italia.
Un faro del meridione
«Dalla data del primo trapianto ad oggi – dice il professore Di Salvo – il Centro Interdipartimentale Trapianti di Rene dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II ha eseguito circa 1000 trapianti di rene, la maggior parte da cadavere.
Un risultato significativo per la Regione Campania e per i pazienti nefropatici, oltre che motivo di soddisfazione e di orgoglio per tutto il personale medico e paramedico che, nel corso degli anni, ha contribuito a raggiungere questo risultato». Dell’eccellenza partenopea, ma anche di molto altro, si è discusso oggi nel corso di un convegno che ha le fasi storiche delle attività legate al trapianto di rene e approfondire i progressi scientifici raggiunti dalla scienza trapiantologica.
La situazione in Campania
In tutta la regione Campania i centri che si occupando di trapianti sono diversi: trapianti di rene alla Federico II e al Ruggi di Salerno, trapianti di cuore al Monaldi, trapianti allogenici con cellule staminali ematopoietiche negli adulti e nei bambini alla Federico II e al Santobono e trapianti di fegato al Cardarelli. Guardando invece ai dati, in Campania nel 2016 ci sono stati (pensando ad esempio al rene) 80 trapianti, 42 di questo sono stati realizzati alla Federico II che ha visto aumentare gli interventi rispetto al 2015 grazie a donatori si altre regioni. E il tema delle donazioni di organi resta molto delicato, oltre che problematico. Nel 2015 in Regione Campania ci sono stati 74 donatori multi organi, un buon passo in avanti se si pensa che nel 2012 la Regione Campania era ultima come numero di donatori in una classifica nazionale. Oggi, il trend è in salita e la posizione è intermedia rispetto alle altre regioni italiane. Alla base di questo cambiamento c’è una migliore attività di coordinamento nelle donazioni a livello regionale e, nel caso della Federico II, delle attività del gruppo aziendale multidisciplinare costituito presso l’azienda. La speranza è che sempre più cittadini possano scegliere di adottare quello che a tutti gli effetti è un grandissimo atto d’amore.