Di questa settimana il dato che emerge dal Registro tumori infantili della Campania: aumentano i casi di tumore della tiroide anche nei bambini. Un dato preoccupante, che è in linea con quanto si osserva nel resto d’Italia e non solo. Oggi, per la Giornata Mondiale della Tiroide, PreSa vuole dedicare un servizio ampio e completo a questi tema, partendo ovviamente da quanto emerso dal Congresso Europeo di Endocrinologia di Lisbona, dove gli endocrinologi si sono confrontati e hanno condiviso il nuovo approccio relativo al trattamento delle piccole neoplasie della tiroide.
I noduli, se benigni
Da più parti si sono presentate relazioni che avvalorano un atteggiamento cauto e di monitoraggio dei noduli di piccole dimensioni che, se non danno disturbi e sono classificati come benigni dopo uno studio ecografico o un esame citologico con ago aspirato non richiedono un intervento chirurgico. Il motivo di questa procedura lo spiega Paolo Vitti, presidente eletto della Società Italiana di Endocrinologia. «La gran parte dei noduli alla tiroide (circa l’85%) – dice – non cresce nel corso del tempo e rimane benigna. Negli ultimi anni si è verificato un aumento dell’incidenza dei noduli tiroidei: questo aumento si è registrato soprattutto per le forme tumorali meno aggressive (istotipo papillare) e per tumori con dimensioni inferiori a 1 centimetro che sono stati rilevati grazie alla migliore sensibilità e il facile accesso ai moderni mezzi diagnostici che ha sicuramente influito nel “portare alla luce” quei piccoli tumori che probabilmente non sarebbero mai cresciuti fino a divenire clinicamente evidenti». Oggi fortunatamente, per i casi più seri, esistono cure prima impensabili.
Maggior informazione
Appuntamenti come quello appena concluso a Lisbona sono molto utili per la salute generale di questa ghiandola che, in questi ultimi anni è oggetto di campagne di sensibilizzazione che hanno portato le persone a una maggiore consapevolezza dell’importanza della tiroide per il proprio benessere. Non è un caso che le persone che hanno problemi alla tiroide, per spiegare la propria condizione, dichiarano di aver «perso il loro benessere».
Ipotiroidismo
L’ipotiroidismo, la malattia più frequente della tiroide che colpisce oltre 5 milioni di italiani, ha sintomi molto sfumati, ma comunque dannosi. Difficilmente il paziente comprende di avere una malattia, anche se sono davvero tanti: stanchezza, alterazioni del tono dell’umore, difficoltà di concentrazione, palpitazioni, nervosismo, insonnia, scarsa capacità di tollerare il freddo, gonfiore, pelle e capelli secchi e tanti altri disturbi. Proprio per questo il tema scelto per la Giornata Mondiale della Tiroide «Tiroide e benessere». Che si tratti di malattie che devono essere propriamente inquadrate e che i trattamenti debbano essere personalizzati ormai non basta più, la sfida è ridare quel benessere che tante persone dichiarano di avere perso.
A cosa serve la tiroide
La tiroide svolge una serie di funzioni vitali per il nostro organismo come la regolazione del metabolismo, il controllo del ritmo cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso, l’accrescimento corporeo, la forza muscolare e molto altro. Proprio per il ruolo di “centralina”, quando questa ghiandola non funziona correttamente, tutto il corpo ne risente. Il tumore può colpire ad ogni età e per questo motivo occorre non trascurare alcuni campanelli di allarme rivolgendosi al proprio medico in caso di dubbio.
Diete ricche di iodio
Essenziale il ruolo dell’assunzione di iodio in quantità adeguate per prevenire le malattie della tiroide, spiega Massimo Tonacchera, professore associato di endocrinologia e coordinatore nazionale del comitato della prevenzione della carenza iodica; questo elemento è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei. La carenza di iodio anche lieve, che affligge ancora alcune aree del nostro paese, può provocare conseguenze anche gravi soprattutto se la carenza nutrizionale si verifica durante la gravidanza o la prima infanzia.