Con l’intensificarsi del conflitto in Ucraina è partita la corsa alla ricerca di pastiglie di ioduro di potassio (KI). Un composto utilizzato come farmaco contro l’ipertiroidismo e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni. L’incubo è quello di una nuova Chernobyl dopo l’attacco russo alla centrale più grande d’Europa. Tuttavia, questo sale di iodio stabile, in realtà, è in grado di bloccare l’assorbimento dello iodio radioattivo da parte della tiroide, in particolare dallo iodio 131, ma non da altri radionuclidi emessi in incidenti nucleari che si sono verificati nella storia.
Inoltre, gli esperti hanno ribadito che non si tratta di una sostanza da usare come prevenzione, perché può provocare danni alla salute, quindi va assunto in dosi opportune e non come preventivo in assenza di radioattività.
Iodio come prevenzione, esperti mettono in guardia
Le cronache danno conto di un’accresciuta richiesta di “pillole allo iodio” nei Paesi europei, tra cui l’Italia. L’intento è contrastare gli effetti negativi sulla salute dell’esposizione a radiazioni.
“A tale proposito – scrivono gli esperti in un documento – si precisa che attualmente in Italia è raccomandato il solo utilizzo del sale iodato per la preparazione e la conservazione degli alimenti, mentre è sconsigliato il ricorso fai-da-te a preparati contenenti elevate quantità di iodio che invece potrebbero determinare conseguenze negative per l’organismo, incluso il blocco funzionale della tiroide. Il continuativo e costante utilizzo di sale iodato in accordo con la campagna del Ministero della Salute POCO SALE MA IODATO, garantisce il normale funzionamento della tiroide e, saturando la ghiandola di iodio stabile, contribuisce anche a proteggerla da una eventuale esposizione a radiazioni”.
“Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la Protezione Civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per l’intera popolazione”. Il documento è redatto dagli esperti dell’Associazione Italiana della Tiroide-AIT, Associazione Medici Endocrinologi-AME, Società Italiana di Endocrinologia-SIE, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica-SIEDP, Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia-OSNAMI e Istituto Superiore di Sanità.