La quercetina, un flavonoide presente in alcuni alimenti, potrebbe avere un’azione inibitoria contro il Coronavirus. La scoperta arriva da una ricerca internazionale cui ha partecipato l’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza, in collaborazione con i ricercatori delle Università di Saragozza e Madrid.
Lo studio, pubblicato sull’International journal of biological macromolecules, ha evidenziato che la quercetina funziona da inibitore per il virus Sars-CoV-2, mostrando un effetto destabilizzante sulla proteina 3CLpro, fondamentale per la replicazione del virus; la quercetina si lega al “sito attivo” della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione e questo blocco dell’attività enzimatica della proteina 3CLpro risulta letale per SARS-CoV-2.
Quercetina: in quali alimenti si trova
La quercetina, comunemente nota per il suo elevato potere antiossidante, antinfiammatorio e antiallergico, si trova in abbondanza in un grande varietà di frutti, verdure, bevande ed estratti erboristici.
Tra i frutti e le verdure che contengono quercetina, troviamo: mele, uva, olive, agrumi, frutti di bosco, pomodori, cipolle rosse, radicchio, broccoli, capperi.
Nelle bevande ed estratti, la quercetina si trova nel tè e vino rosso, negli estratti di ippocastano, calendula, biancospino, camomilla e iperico.
Quercetina: un flavonoide con proprietà farmacologiche interessanti
La quercetina può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica. Poiché non può essere brevettata, chiunque può usarla come punto di partenza per nuove ricerche.
Come riportato nel comunicato stampa del CNR, “lo studio parte da una caratterizzazione sperimentale di 3CLpro, la proteasi principale di Sars-CoV-2.
Questa proteina ha una struttura formata da due sub-unità identiche.
In una prima fase del lavoro è stata studiata, con tecniche sperimentali, la sua sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH (indice del grado di acidità o basicità).
Molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è presente in tutti i tipi di Coronavirus. Per questa proteina sono già state individuate molecole che fungono da inibitori, non utilizzabili però come farmaci a causa degli effetti collaterali che possono provocare.
La parte più interessante di questo lavoro è lo screening eseguito su 150 composti, grazie a cui la quercetina è stata individuata come molecola attiva su 3CLpro. Ovviamente la speranza è che si trovi un vaccino, ma i farmaci saranno comunque necessari per le persone già infette e per chi non può essere sottoposto a vaccinazione. La ricerca di nuove molecole mira quindi a somministrare una combinazione di differenti composti, per minimizzare la resistenza ai farmaci e lo sviluppo di nuovi ceppi virali.”
L’opinione della comunità scientifica
Sul possibile ruolo della quercetina nella cura del COVID-19 non tutta la comunità scientifica è d’accordo. Al momento il lavoro che ha portato a questa ipotesi è un lavoro in vitro e non c’è ancora uno studio clinico in corso. La proteasi 3CLpro sta diventando uno dei bersagli farmacologici più studiati per Sars-CoV-2 e la quercetina non è l’unica sostanza a inibirne l’attività. Esiste per esempio un altro flavonoide, la baicalina, in grado di farlo.
Diversi gruppi di ricerca nel mondo stanno studiando un modo per inibire 3CLpro, ma nessuno di questi lavori è arrivato a conclusioni definitive.
Abbiamo imparato a gestire meglio la malattia, ma potremo sentirci sicuri solo con l’arrivo di un vaccino. Fino ad allora è importante rispettare le regole igieniche: lavaggio delle mani, uso della mascherina e distanziamento.