A Napoli si torna a parlare di meningite. A scuotere l’opinione pubblica è la storia terribile di Luigi, strappato all’amore della sua famiglia a soli 16 anni. Il ragazzo è morto a causa di una violenta sepsi da meningococco, e per lunghe ore si è temuto che la stessa meningite avesse contagiato anche la sorella. La paura per la giovane donna è sparita solo dopo aver ottenuto il risultato degli esami: negativi. Ora però c’è da capire quale ceppo abbia contagiato luigi e comunque si deve avviare la dovuta profilassi per quanti sono stati a stretto contatto con lui.
Nessun allarme
Rispetto all’allarme che questa triste storia ha inevitabilmente creato, i medici rassicurano tutti. In Campania non è in corso un’epidemia. Stando alle statistiche sembrerebbe infatti che il numero dei contagi sia in linea con gli anni precedenti. Di diverso c’è il “caso Ischia” che quest’anno ha portato la Regione ad avviare una campagna gratuita di vaccinazioni per tutti coloro che sono entrati in contatto con pazienti deceduti per meningite. Moltissimi i cittadini dell’Isola Verde che hanno scelto di hanno scelto di aderire alla campagna vaccinale straordinaria promossa dall’ASL Napoli 2 Nord.
I sintomi
Da manuale: «i primi sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia, e si manifestano in genere con dolori alle gambe e alle giunture, piedi e mani fredde ed un colorito della pelle alterato. In alcuni casi i sintomi possono essere scambiati con quelli di una normale influenza. I soggetti maggiormente a rischio di contagio sono i bambini, che frequentano luoghi chiusi come le aule della scuola e dove sono a stretto contatto l’uno con l’altro». Con lo svilupparsi della patologia, a circa 15-20 ore dal contagio, i sintomi della meningite si manifestano in modo più specifico con:
- febbre
- sonnolenza con possibile alterazione dello stato di coscienza
- forte emicrania
- rigidità del collo
- eruzioni cutanee a chiazze
- forte fastidio della luce (fotofobia)
- convulsioni
- nausea e vomito
La profilassi
Consiste in un trattamento preventivo basato sulla somministrazione di farmaci antibiotici in grado di agire attivamente contro il meningococco (come la Rifampicina, il Ceftriaxone e la Ciprofloxacina). Le autorità sanitarie monitorano per una decina di giorni i soggetti a rischio (massimo periodo di incubazione della malattia). Nel caso in cui la malattia dovesse manifestarsi, sarà così possibile intervenire in maniera tempestiva con una terapia adeguata. Seppur vivamente consigliata, la profilassi antibiotica ha infatti un’ efficacia che si attesta attorno all’ 80% dei casi, quindi non scongiura con assoluta certezza la possibilità di contrarre la malattia. Generalmente, la profilassi non viene invece raccomandata in caso di contatto casuale o indiretto (come per esempio compagni di classe o di lavoro, o comunque ogni qualvolta non vi sia stata esposizione diretta alle secrezioni orali del malato).