Quarant’anni fa nasceva la sanità pubblica, oggi ricevere assistenza nelle strutture pubbliche sembra scontato e spesso ci si lamenta per ciò che non va. Per certi versi la Sanità pubblica è sotto attacco, e il rischio più concreto è che l’Italia possa sbandare verso il sistema utilizzato in altri paesi, dove la salute dei cittadini è in mano alle assicurazioni. Ieri, in occasione delle celebrazioni per i 40anni, la ministra Giulia Grillo ha posto un argine a questo timore: «Vi posso assicurare – ha detto – che non cederemo alla privatizzazione dei diritti fondamentali dei cittadini: universalismo, gratuità ed equità continueranno ad essere la base del nostro sistema di cure».
I giovani
La ministra ha anche chiarito che senza giovani la sanità pubblica non ha futuro. Poi ha parlato di disparità. «Dobbiamo lavorare insieme per sanare le intollerabili disparità tra diverse aree del Paese nell’accesso a trattamenti fondamentali. Il divario di accesso, soprattutto tra Regioni ma anche all’interno di ogni singola Regione ci costringe a riconoscere come rimangano aree interne, e cittadini che vi abitano, ancora non equamente tutelati. E questo non è tollerabile». Tutto ciò si è tradotto, ha avvertito, “non soltanto in una emigrazione sanitaria che in certi territori ha assunto caratteri allarmanti, ma nel rischio di una disgregazione del Sistema”. Oggi, ha quindi argomentato il ministro, “da parte di alcuni territori arriva la richiesta di maggiore autonomia, ma queste istanze devono tener conto dell’aspetto costituzionale i cui capisaldi sono rappresentati proprio dalla necessità di una tutela uniforme del diritto alla salute»
Gli sprechi
Uno dei temi che maggiormente infiammano gli animi dei cittadini è quello dello spreco di risorse. La salute, ha detto la ministra, «è la prima impresa del Paese con oltre 2 milioni di persone che ogni giorno vi lavorano: il successo o l’insuccesso del Sistema sanitario nazionale sarà determinato esclusivamente dalla capacità di individuare un nuovo modello e rimediare alle storture oggi presenti. Eliminare le dispersioni di denaro pubblico soppesando attentamente quale sia la migliore qualità delle prestazioni per ogni livello di spesa. Oggi non possiamo permetterci sbagli né alcune debolezze del passato». Il problema, ha detto Grillo, «non è spendere meno ma spendere meglio: mi piacerebbe che affrontassimo il tema della salute dei cittadini come se parlassimo di investimento per il futuro».