In Campania essere un medico dell’emergenza significa rischiare di prenderle. Una situazione che va talmente oltre il “normale” rischio professionale da spingere il presidente dell’Ordine dei Medici a iniziative eclatanti pur di cercare di accendere una luce sul problema. L‘ultimo episodio di violenza risale a pochi giorni fa e ha visto come vittima una dottoressa del 118, presa a calci e sputi da parenti e amici di una coppia finita a terra con lo scooter.
#PicchiateMe
Per far riflettere i decision maker della sanità e della politica e per suscitare una reazione nell’opinione pubblica, il segretario nazionale della Fimmg (nonché presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli) Silvestro Scotti ha scelto di scrivere una lettera aperta che dal contenuto molto chiaro, che non a caso lancia l’hashtag #PicchiateMe. «A tutti quelli che pensano che sia giusto picchiare un medico che cerca di fare il proprio dovere nei limiti di un’organizzazione che non dipende da lui, di una logistica che non dipende lui, di una condizione di malattia la cui evoluzione – nonostante il suo impegno – non potrà cambiare, voglio dare un occasione: picchiate me», si legge. «A tutti quelli che considerano che un medico debba essere aggredito perché magari ha assistito al meglio il paziente che ha di fronte (sulla base di regole che impongono di dedicare immediate attenzioni ai casi più gravi per poi passare a tutti gli altri) e che piuttosto credono che debba dedicarsi prima di tutto a loro, perché sono arrivati prima o perché hanno deciso che sono loro i più gravi, dico: picchiate me». Scotti che ben conosce il sacrificio dei colleghi medici e le ansie di quanti ogni giorno cercano di salvare delle vite, mettendo a rischio la propria incolumità, conclude la sua accorata lettera dicendo: «Picchiate me! Anche se forse non sarò l’ultimo, mentre mi starete picchiando, pensate che nel prossimo futuro ce ne saranno sempre di meno a farsi picchiare. Fino al punto di non trovarne nessuno. Allora sì che avrete fatto giustizia, ma di un’unica cosa, del vostro diritto di essere assistiti e curati. E in fondo solo allora capirete che se #PicchiateMe, picchiate voi stessi».
Il precedente
«Pettorina antiproiettile». Nel giugno del 2016 Silvestro Scotti scese in campo con un’iniziativa forte e provocatoria, al fianco dei medici partenopei nella battaglia per dire stop alla violenza nei confronti dei camici bianchi. Le pettorine, stampate come giubbotti antiproiettile, furono distribuite in tutti gli ospedali di Napoli e provincia e agli operatori del 118. Furono loro i testimonial di questa iniziativa di sensibilizzazione che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto ridurre il numero di aggressioni. Tutt’ora i medici sono costretti a difendersi dalla violenza dei familiari dei loro pazienti.