Il Cardarelli di Napoli come mai prima d’ora, grazie a una mostra che vuole svelare il volto autentico di quanti ogni giorno lavorano al servizio della città, al servizio dei pazienti per garantire salute. Così, per il traguardo dei 75 anni, arriva «PASSIONE»: scatti che immortalano la straordinaria quotidianità che anima ogni giornata dell’ospedale più grande del Mezzogiorno d’Italia.
Tra presente e passato
Era il 1927 quando «ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere alla costruzione in Napoli di un ospedale adeguato alla popolazione della detta città e rispondente alle moderne esigenze sanitarie» fu emesso il Regio Decreto Legge n°24 del 06.01.1927 e il successivo Regio Decreto Legge n°2573 del 23.12.1937, con i quali furono disposti, rispettivamente, la costruzione e il completamento del Nuovo Ospedale di Napoli. Circa 1.300 posti letto, nulla di simile si era mai visto prima in tutto il Mezzogiorno. Fu poi con il Decreto del Prefetto della Provincia di Napoli n°137/div.san.n°2436 del 02.06.1942 che fu autorizzata “l’apertura e l’esercizio dell’Ospedale XXIII Marzo” allo Scudillo di questo Capoluogo” che, non tutti lo sanno, fu chiamato in un primo momento «XXIII Marzo» e solo successivamente – con Delibera del 19.08.1943 a firma del Commissario Prefettizio – intitolato “al glorioso nome di Antonio Cardarelli, clinico insigne, luminare della scienza medica” con il nome di “Grande Ospedale Antonio Cardarelli” attribuendolo all’Ente Ospedali Riuniti di Napoli.
«‘o Spital ‘e Napule»
«Essere al fianco di chi soffre non solo con competenza, ma anche con amore – dice il direttore generale Ciro Verdoliva – è il pensiero che ha caratterizzato da sempre il Cardarelli, ‘o Spital ‘e Napule. In occasione del 75° anniversario da quando fu emesso il Decreto per l’apertura e l’esercizio non si poteva che scegliere come parola quella che da sempre caratterizza i cardarelliani: “Passione”, una passione vissuta 24 ore al giorno, 7 giorni su sette, 365 giorni all’anno. Quando la passione è assente, quando si è incapaci di vivere il proprio lavoro con passione, quando poi questa incapacità di vivere in maniera empatica finisce per coinvolgere il mondo della medicina, si rischia anche di intaccare il rapporto tra chi soffre e chi è chiamato a dare assistenza e cura. Mi piace – in questo senso – riprendere le parole del governatore De Luca, che ci ricorda – sempre – “quando si parla di sanità l’unico grande obiettivo dev’essere quello di metterci al servizio della gente, prenderci cura del paziente”. Senza il timore di essere smentito – prosegue Verdoliva – posso dire che noi cardarelliani siamo pronti, siamo pronti nel continuare in quel solco tracciato da chi ci ha preceduto. Sono orgoglioso di rappresentare il Cardarelli per ricordare a tutti che quest’ospedale eroga il servizio da 75 anni. Il Cardarelli è stato è e sarà sempre un luogo ricco di grandi talenti, ma anche un ospedale che rappresenta quello spirito che anima tutti gli “attori”, siano essi medici infermieri amministrativi tecnici, che interpretano nel “teatro cardarelliano” la propria parte con professionalità e dedizione prendosi cura dei pazienti. Noi cardarelliani crediamo che il compito di ciascuno non sia semplicemente quello di curare, bensì quello più ampio di “prendersi cura” dell’ammalato. E’ per questo che il nostro motto è “lavoriamo per garantire salute”».