A soli 19 anni Martina è stata stroncata da un aneurisma cerebrale. La sua è una storia commuovente e di grande altruismo, che purtroppo non ha avuto un lieto fine ma che, una volta tanto, mette in luce quanta dedizione e professionalità vi sia nella sanità pubblica campana.
Il ricordo di zio Francesco
Il racconto degli ultimi giorni di vita di Martina è quello commosso dello zio, Francesco, affidato al consigliere regionale Borrelli proprio per ringraziare quei medici che sino alla fine si sono presi cura della ragazza e dei suoi familiari. Martina è stata colpita dall’aneurisma il 31 dicembre del 2017, in un solo istante quella che doveva essere una festa si è trasformata nel peggiore degli incubi. Immediata la corsa al pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, dove la ragazza è arrivata già in condizioni molto gravi.
Codice rosso
«Martina è stata da subito soccorsa nel migliore dei modi possibili – scrive Borrelli, riportando le parole di zio Francesco – , sia dal punto di vista umano che professionale». Per cercare di salvare la giovane studentessa di ingegneria biomedica, classificata in codice rosso, il professor Pasquale Caiazzo è stato richiamato in servizio. Il primario, in quel momento in vacanza a Sorrento, è tornato immediatamente a Napoli e ha operato Martina. L’operazione è stata un successo, tutto è andato nel migliore dei modi, ma non è bastato. Le condizioni di Martina soni rimaste disperate. Per 12 giorni la ragazza ha lottato tra la vita e la morte, ma alla fine il suo giovane corpo non ha retto. Roberta e Raimondo, la mamma e il papà di Martina, hanno scelto di raccontare questa storia, nonostante il grande dolore, per trasmettere l’umanità e la professionalità che hanno ricevuto al Cardarelli, non solo del professor Pasquale Caiazzo e del dottor Elio Bonagura, responsabile anestesista del reparto di rianimazione. Ma di tutti: medici, anestesisti, infermieri e operatori socio sanitari. Quelli che il direttore generale Ciro Verdoliva chiama da sempre i “cardarelliani”.
L’ultimo dono
La famiglia, anche per rendere onore a una ragazza che è sempre stata gioviale e pronta ad aiutare il prossimo, ha deciso di donare gli organi che ora permettono ad altre persone di vivere o di riavere una qualità della vita degna di questo nome. «Così come si denuncia quel che non va – dice Francesco Borrelli – nella sanità campana, è giusto anche evidenziare quanto di buono si fa, soprattutto quando a farlo sono persone che, pur se colpite così duramente dalla vita, apprezzano quanto è stato fatto per assistere Martina».