Gli screening tumorali saltati a causa del Covid sono molti, anzi moltissimi. L’allarme di centinaia di medici durante la fase acuta dell’ondata pandemia è ora descritto nero su bianco in un report dell’ONS (Osservatorio nazionale screening) diretto dalla dottoressa Paola Mantellini. Numeri impietosi, che purtroppo si tradurranno in mancate diagnosi e alla fine in decessi. La riduzione, in stretta sintesi, è di 2 milioni e mezzo di controlli. In particolare il decremento degli inviti è stato pari al 33% per lo screening cervicale, al 31,8% per quello colorettale e al 26,6% per quello mammografico. La riduzione degli esami è stata pari al 45,5% per lo screening colorettale (-1.110.414 test), al 43,4% per quello cervicale (-669.742), al 37,6% per le mammografie (-751.879). Quindi, complessivamente, sono saltati 2 milioni e mezzo di controlli. A pesare sui mancati screening è stata la paura di un contagio, stando all’analisi dell’ONS i mesi di ritardo sono stati pari a 5,5 per lo screening colorettale, a 5,2 per quello cervicale e a 4,5 per le mammografie. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi avanzati in meno) e 2.782 lesioni precancerose della cervice uterina.
CHIRURGIA
A guardar bene non è andata meglio in ambito chirurgico. Anna Sapino, presidente della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica evidenzia l’impatto del virus sugli interventi chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto: «Per il tumore della mammella, il numero di casi operati nel 2020 è risultato inferiore del 12% (-805 casi) rispetto al 2019, e questa riduzione si è osservata per le neoplasie di tutte le dimensioni, in particolare per quelle più piccole. Vi è stato un aumento significativo dei tumori del seno pT2 (compresi tra 2 e 5 cm), a fronte della diminuzione di quelli più piccoli (pT1, tra 1 e 5 mm). Anche per il colon-retto – prosegue Sapino – si è registrata una riduzione dei casi operati nel 2020, inferiore del 13% (-464 casi) rispetto al 2019, con un calo particolarmente marcato per i tumori in situ, mentre si è registrato un aumento significativo delle neoplasie con perforazione del peritoneo». Salta all’occhio, anche a chi non è un clinico, che il vero “long Covid” sarà proprio questo: un forte aumento dei decessi a causa di neoplasie non diagnosticate, o diagnosticate in ritardo. Ecco perché la migliore reazione che da cittadini si può mettere in campo ora è un’attenzione in più alla prevenzione. Per recuperare il tempo perso ed evitare che il Covid continui a mietere vittimo.