La nutrizione è un fattore determinante nel percorso di cura dei pazienti con tumore. Lo studio italiano Nutrionco pubblicato su Cancers dimostra che i pazienti oncologici ben nutriti hanno più probabilità di sopravvivenza globale. In particolare, oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni aveva uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita rispetto al solo 29% dei pazienti senza progressione della malattia.
Malnutrizione peggiora prognosi tumore. Lo studio
La malnutrizione peggiora la prognosi e le condizioni socioeconomiche dei pazienti oncologici. Lo studio italiano infatti dimostra che la probabilità di sopravvivenza per i pazienti malnutriti è significativamente inferiore rispetto a coloro che non presentano problematiche nutrizionali. la ricerca è stata coordinata dal Professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC). Sono stati coinvolti diversi centri e università italiane, tra cui l’Università La Sapienza di Roma, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e l’Ospedale Cardarelli di Napoli.
“Nelle persone con cancro la malnutrizione è la faccia che compare su entrambi i lati della medaglia – spiega Muscaritoli – perché può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro. La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere ‘si nutre’ dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico”.
Perdita di massa muscolare, cachessia e sarcopenia
La cachessia è considerata una sindrome paraneoplastica, si tratta di una grave perdita di massa muscolare, con o senza perdita di tessuto adiposo, infiammazione sistemica, astenia e affaticamento. “Una perdita di peso superiore al 5% in 6 mesi o un BMI inferiore a 20 con una perdita di peso superiore al 2% sono i criteri per porre una diagnosi di cachessia”, spiega lo specialista. Per esempio, in un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione. “Se il paziente non riesce a nutrirsi e perde massa magra si parla di ‘sarcopenia’ ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, presente nel 20-70% dei pazienti oncologici”, aggiunge Muscaritoli.
Lo studio Nutrionco
In uno studio precedente, chiamato PreMiO, è emerso che il 51% dei pazienti con un tumore solido presenta carenze nutrizionali e rischio di malnutrizione già alla prima visita oncologica. Tuttavia, altri studi la quantificano fino al 75%. Lo studio retrospettivo Nutrionco (realizzato con il contributo non condizionante di Fresenius Kabi), fa un ulteriore passo in avanti e prende in esame una sottopopolazione del campione coinvolto in PreMiO. In totale sono stati seguiti 571 i pazienti oncologici per due anni dopo la prima visita oncologica. Gli scienziati hanno valutato il legame tra lo stato nutrizionale di base, emerso nella prima visita oncologica, e il tasso di mortalità, di ricovero, di tossicità del trattamento e della progressione della malattia.
“Abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti”, mette in luce Muscaritoli. “Di contro la malnutrizione riduce la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico”, aggiunge.
I risultati
I risultati dello studio dimostrano che oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni presentava uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita, rispetto al solo 29% dei pazienti senza progressione della malattia. Questo spiega il tasso di mortalità più elevato riscontrato nel sottogruppo di pazienti malnutriti alla prima visita.
“Infatti, abbiamo riscontrato tra i pazienti classificati malnutriti o a rischio di malnutrizione un tasso di mortalità di oltre il 65%. Al contrario, nei pazienti classificati come ben nutriti il tasso di mortalità è stato del 38%, quasi la metà rispetto al primo gruppo”, spiega Muscaritoli. Inoltre, uno scarso stato nutrizionale è stato osservato nel 70% dei pazienti, in cui la malattia era progredita alla fine dello studio. Un punteggio FAACT inferiore a 30, (l’indicatore di anoressia, cioè di perdita di appetito), è stato rilevato nel 70,3% dei pazienti. Infine è emersa un’associazione statisticamente significativa tra uno scarso stato nutrizionale e cancro con metastasi tra i pazienti deceduti entro la data del follow-up.
Malnutrizione accelera la progressione del tumore
“Lo studio Nutrionco dimostra chiaramente che uno stato nutrizionale scadente, non solo accelera la progressione del cancro, ma ha anche un impatto profondo sulla prognosi”, sottolinea Muscaritoli. “Nonostante ciò, malnutrizione e cachessia sono ancora sottovalutate nella pratica clinica oncologica e, anche quando vengono individuate, il supporto nutrizionale non viene implementato sistematicamente”, aggiunge.
Le strategie di supporto per i pazienti a rischio nutrizionale prevedono l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali, nutrienti specifici e nutrizione enterale o parenterale. Si tratta di interventi a basso costo che hanno dimostrato benefici clinici. Inoltre presentano un livello di costo-efficacia tale da creare un risparmio nel costo complessivo di trattamento dei pazienti per il sistema sanitario. “Il monitoraggio dello stato nutrizionale dovrebbe essere quindi considerato un pilastro di buona pratica clinica nel trattamento del cancro sia alla diagnosi della malattia che durante la sua progressione”, conclude il presidente SINuC.