Le apnee notturne incidono sulla qualità del sonno e sul metabolismo, alzando i livelli di glicemia nel sangue e fanno male alla salute dell’apparato cardiovascolare. Il loro trattamento è una strategia elettiva per evitare queste complicazioni. Lo dimostra un recente studio dell’Università di Baltimora.
Insomma, trattare in modo corretto le apnee notturne (OSA – Obstructive Sleep Apnea) produce benefici a livello cardiaco e sulla glicemia. Lo studio è coordinato da Jonathan Jun, della Johns Hopkins University di Baltimora. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno preso in considerazione 31 persone con OSA da moderata a grave, note per utilizzare regolarmente il cPAP. I partecipanti hanno dormito due notti in laboratorio, utilizzando l’apparecchio solo una notte. Durante il sonno, i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue ogni 20 minuti. Jun e colleghi hanno visto prima di tutto che nella notte in cui non veniva utilizzato il cPAP, le apnee notturne tornavano. In queste persone, inoltre, venivano registrati bassi livelli di ossigeno nel sangue, sonno disturbato e un aumento della frequenza cardiaca. Mentre dai campioni di sangue sarebbe emerso un aumento dei livelli di acidi grassi, del glucosio e dell’ormone dello stress, il cortisolo. I ricercatori hanno anche evidenziato un aumento della pressione sanguigna e della rigidità arteriosa, collegati con un rischio cardiaco.