«Una giornata significativa», così Silvestro Scotti (segretario nazionale Fimmg) commenta la proposta di legge presentata dalla deputata Michela Rostan, con le sottoscrizioni dei parlamentari Federico Conte, Giuseppina Occhionero, Rossella Muroni, Paolo Siani, Federico Fornaro e Roberto Speranza. Proposta di legge che mira a riconoscere lo status di pubblico ufficiale ai medici nell’esercizio delle proprie funzioni, così come auspicato da tempo proprio da Scotti che ora chiede «un sostegno unanime da parte di tutte le forze politiche affinché l’iter di formazione della legge sia celere e privo di sorprese, vista anche la attenzione sul tema e su questo tipo di soluzione del Ministro della Salute Giulia Grillo». Il leader nazionale della Fimmg sottolinea il valore civile di questa innovazione, oltre all’aspetto di un effetto deterrente che comunque è parte del provvedimento ma non l’unica. «Per i medici – dice – il valore più alto di questa proposta di legge è nel riconoscimento di un ruolo professionale deve vedere riconosciuto, mai come ora,un altissimo valore civile e sociale. Fare in modo che le denunce nei confronti di chi aggredisce un medico partano d’ufficio, significa proteggere il dovere deontologico di chi cura e sostenere il diritto costituzionale alla salute».
Pronti al dialogo
In una giornata che vede al centro del dibattito politico un tema di strettissima attualità, qual è quello delle aggressioni ai medici, Scotti accoglie con favore anche le parole del ministro Giulia Grillo sull’investimento verso la medicina generale, e si dice pronto a rimboccarsi le maniche sin da subito per sostenere la volontà del ministro di valorizzare ed implementare il ruolo dei medici di famiglia, anche perché l’amplificazione di un offerta fiduciaria può essere un ulteriore argine alle stesse aggressioni visto il documentato gradimento di questa figura medica e il basso numero di questi eventi, seppur in aumento per i blocchi burocratici e di limitazione delle cure incidenti, nell’ambito della medicina di famiglia. «Aspettiamo con ansia – prosegue – di poter avviare un confronto costruttivo e leale con la ministra volto a proteggere e migliorare il Servizio Sanitario Nazionale nell’interesse dei nostri assistiti come abbiamo sempre fatto».
La rete del 118
Fiducioso per il cambiamento che potrebbe prodursi grazie a questa proposta di legge, anche Francesco Marino (segretario nazionale del settore Emergenza Sanitaria della Fimmg) chiede a gran voce che «il percorso politico sia rapido e perentorio. Quanti lavorano nell’emergenza – spiega – attendono un provvedimento simile da anni, sprecare quest’occasione sarebbe da irresponsabili». Ragione per la quale anche Marino si aspetta che attorno a questa proposta di legge si determini un consenso bipartisan. «Come medici dell’emergenza – conclude – viviamo sulla nostra pelle aggressioni quotidiane, una situazione ormai insostenibile. Gli atti di violenza nei confronti dei medici sono ormai tanto frequenti da aver creato un’ordinaria follia per la quale non sappiamo mai se e come potremo tornare a casa dalle nostre famiglie. Crediamo fermamente che questa proposta di legge possa cambiare le cose, riportando ordine in un sistema che per le ragioni più varie è ormai in corto circuito, ma non sottovalutiamo le cause di tale escalation che potrebbero essere riportate anche alla demedicalizzazione delle ambulanze e conseguentemente alla percezione nel cittadinodi una diminuzione dell’offerta».
La continuità assistenziale
Tammasa Maio, segretario del settore Continuità Assistenziale la ex Guardia Medica della Fimmg sottolinea, inoltre, come questa proposta di legge possa «segnare un solco profondo tra ciò che purtroppo avviene oggi e ciò che, speriamo, avvenga sempre meno in futuro». Maio, in linea con il pensiero di tutta la Fimmg, sottolinea come l’intera categoria, che ricorda è quella tra le più esposte, contando anche dei morti oltre che a violenze molto gravi, per motivi strutturali di mancanza di sicurezza e di isolamento dei medici di guardia medica, si aspetti una risposta che la politica non può più ritardare. «Per quanto questa proposta di legge sia nell’interesse di ciascun medico, al di là dell’appartenenza territoriale o della specializzazione, per i medici della continuità assistenziale – aggiunge – c’è forse qualche attesa in più. Per usare un termine che ben si adatta al clima di questi mesi, siamo quelli che molto spesso si trovano in “prima linea”. Sia chiaro, abbiamo scelto di essere dove siamo e non vorremmo essere altrove, ma questo non significa che siamo disposti a subire continue aggressioni». E se tutelare l’incolumità dei medici è un tema centrale, ancor più lo è tutelare l’incolumità delle donne medico che, fortunatamente, sono sempre di più nelle diverse branche dell’assistenza ma come evidente dalle cronache recenti sono esposte a violenze che si amplificano solo per il fatto di essere donne.