Sono 12 milioni gli italiani che secondo le stime provano disagio nel periodo in cui cambia l’ora. Alcune condizioni cliniche, come la depressione, trovano le loro radici biologiche nell’alterazione di ritmi circadiani ormonali connessi all’umidità, l’esposizione alla luce e ai raggi solari, alla pioggia, al caldo. Non sempre si tratta, quindi, di un atteggiamento culturale che spinge alcune persone a non aver voglia di fare nulla durante una giornata piovosa, ma di una vera e propria inclinazione biologica. A parlarne è la dottoressa Silvia Brioschi, psichiatra di Humanitas Psico Medical Care.
Meteoropatia e depressione stagionale
In generale, gli sbalzi di temperatura possono generare ansia: il grigio delle giornate piovose e il buio in inverno sono depressogeni, così come gli abbassamenti di pressione. Non tutti, però, sono colpiti dalla meteoropatia allo stesso modo: c’è chi necessita, più di altri, di sole e caldo, chi mal tollera gli sbalzi di temperatura e chi non riesce a stare bene in estate e preferisce freddo e clima invernale.
Il passaggio dall’ora legale all’ora solare in autunno
La stagione dell’autunno rappresenta già per molte persone un momento difficile da affrontare per una sensibilità individuale che talvolta definisce un vero e proprio disturbo, chiamato dagli specialisti SAD: “seasonal affettive disorder“, depressione stagionale. Ci sono studi che documentano un cambiamento della qualità del sonno, la durata e in generale la percezione di benessere durante il giorno.
“Queste conseguenze trovano una spiegazione nella cronobiologia di alcuni processi fisici e mentali. Le attività ormonali e cerebrali che regolano il sonno e le malattie dell’umore hanno una ritmicità sia giornaliera che mensile e annuale – spiega l’esperta.
“Pare infatti che la depressione sia proprio la malattia dei ritmi biologici: una loro alterazione precipiterebbe i meccanismi che generano la sindrome depressiva, fatta non solo di mal di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia, ma anche di sintomi più “fisici” e anche più intuitivamente riconducibili ai ritmi circadiani, come insonnia, o inappetenza. Tali effetti sono in parte modulati dalla quantità di luce che riusciamo a raccogliere nella giornata. I sintomi più frequenti sono:
- irritabilità,
- stanchezza,
- fatica nella concentrazione,
- flessione del tono dell’umore.
L’effetto del cambio di orario può essere molto diverso da persona a persona, soprattutto in base alla propria propensione: di norma, a risentire di più del cambio dell’ora legale sono le persone mattiniere”.