Un fascio di luce per scovare eventuali cellule tumorali in circolo nel sangue consentirà di rivoluzionare la diagnosi precoce delle malattie oncologiche. Quella che sino a qualche anno fa sembrava solo una chimera, oggi prende forma grazie ad una scoperta che porta la bandiera del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Giovani e brillanti ricercatori hanno infatti combinato nuove tecnologie di imaging che, analizzando la luce che attraversa le cellule e il loro metabolismo, permettono l’identificazione delle cellule tumorali circolanti nel sangue. Queste cellule, verosimilmente responsabili della diffusione delle metastasi, derivano da tumori solidi e circolano nel sangue periferico ma, essendo presenti in quantità minime, sono difficili da individuare ed eliminare con i farmaci attualmente disponibili.
GLUCOSIO
Le cellule tumorali hanno la capacità di assimilare grandi quantità di glucosio, fino a dieci volte più velocemente di quanto facciano le cellule normali. Per questo i ricercatori hanno utilizzato un sistema che consente loro di studiare l’assorbimento delle molecole di glucosio da parte delle cellule tumorali e osservare il loro metabolismo. Si tratta di un sistema di radiazione laser con il quale vengono illuminate le molecole, che permette di identificarle in maniera univoca, senza utilizzare particolari marcature. In questo modo è stato dimostrato che la capacità delle cellule tumorali di assorbire il glucosio più velocemente determina l’accumulo di lipidi in forma di goccioline, diversamente da quanto accade, per esempio, con i leucociti, le cellule sane del sangue. Questo fornisce un parametro affidabile per distinguere le cellule tumorali da quelle del sangue.
NUOVE PROSPETTIVE
Per individuare le goccioline lipidiche con tempistiche simili a quelle di uno screening rapido, abbiamo combinato la microscopia Raman con l’imaging olografico in polarizzazione (PSDHI). Questa tecnica di imaging permette di identificare la morfologia delle cellule e mappare le proprietà birifrangenti delle goccioline lipidiche. I ricercatori sono così riusciti a distinguere le queste cellule dai leucociti in pochi secondi, con un’affidabilità vicina al 100%. Questo approccio pone le basi per lo sviluppo di un nuovo metodo di isolamento delle cellule tumorali, semplice e universalmente applicabile. La raccolta e la coltura in vitro di queste cellule, inoltre, consente di esaminare le loro caratteristiche genetiche e biochimiche e valutare la sensibilità a farmaci specifici. La cosa straordinaria è che il rilevamento e la quantificazione delle cellule tumorali attraverso questo sistema combinato, realizzato grazie al sostegno di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e della Regione Campania, dopo la validazione in successivi studi preclinici e clinici, potrà essere utilizzato per lo screening, la diagnosi, la selezione della terapia e il monitoraggio della progressione delle patologie tumorali e delle eventuali recidive.