Quello tra inquinamento e salute è un binomio inscindibile e molto pericoloso, sono tristemente noti diversi casi in Italia di zone martoriate da attività industriali o dal malaffare nelle quali le persone si ammalano di cancro (o di altre patologie) molto più che altrove. La cosiddetta Terra dei Fuochi in Campania, o l’Ilva di Taranto, tanto per citare due esempi, ma non mancano casi anche nel Centro e nel Nord Italia. La domanda che molti ricercatori si pongono è come scovare le tracce qualche cosa che non va? E un’interessante risposta, basata su avanzatissime tecnologie, arriva ora da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con la Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell’Università “La Sapienza” di Roma e del Dipartimento irlandese di Food Biosciences del Teagasc. La ricerca propone per la prima volta l’uso di algoritmi applicati alle analisi di immagini satellitari dell’Agenzia Spaziale Europea (Sentinel-2A). Lo studio ha messo sotto la lente un territorio in particolare, la Basilicata, proponendosi di analizzare in tempo reale dell’inquinamento da idrocarburi e le fioriture di alghe nel lago del “Pertusillo”, che si trova in prossimità dell’impianto ENI-COVA di Viggiano, la cui acqua è utilizzata a scopo potabile da più di 3.5 milioni di persone. Le immagini sono state elaborate con due diversi algoritmi, che hanno permesso di rilevare separatamente lo stato di inquinamento del lago per alghe e idrocarburi.
METAGENOMICA
Il verificarsi di diversi eventi noti di inquinamento da idrocarburi in combinazione con fioriture di alghe periodiche nel lago Pertusillo e la disponibilità online di dati terrestri prodotti dalle associazioni territoriali e dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (ARPAB), circa la presenza di entrambi i contaminanti, ha offerto l’opportunità di testare nuovi metodi di monitoraggio che possono supportare strategie per la rapida allerta e la bonifica delle risorse idriche. La conoscenza della metagenomica degli ecosistemi e in questo caso particolare del Pertusillo, come evidenziato in un altro articolo degli stessi autori, «permette di valutare le variazioni nel microbioma in funzione della presenza e della natura dei contaminanti ed è stata determinate per la convalida dei dati satellitari di telerilevamento degli inquinati discussi in questo studio», dicono gli autori Emilio D’Ugo, Milena Bruno e Fabio Magurano. La combinazione di sistemi satellitari con approfondite tecniche metagenomiche, proposta dagli autori anche nei recenti bandi indipendenti ISS, può contribuire ad importanti progressi nelle metodologie di monitoraggio e bonifica ambientale. Un sistema che potrebbe consentire di osservare la terra dallo spazio per individuare in modo accurato aree a rischio e quindi intervenire dove serve.