Un nuovo decesso per meningite ha scosso l’ambiente medico e non solo, una sorte che apre interrogativi sull’esigenza di reintrodurre l’obbligo vaccinale contro lo pneumococco per alcune categorie a rischio. La notizia arriva da Napoli, dove un medico di 40 anni è deceduto a causa di una meningite pneumococcica. Il giovane chirurgo è stato stato ricoverato la notte di Capodanno nella stessa clinica per la quale lavorava, sino a quando le sue condizioni non si sono aggravate a causa di una febbre altissima. Trasferito all’Ospedale del Mare di Ponticelli, i medici hanno capito che si trattava di una malattia infettiva, disponendone l’ulteriore trasferimento all’ospedale Cotugno, dove infine è arrivata la diagnosi: meningoencefalite.
Corsa contro il tempo
I medici dell’ospedale Cotugno hanno fatto di tutto per salvare la vita del collega, una corsa contro il tempo che purtroppo non ha avuto un lieto fine. L’uomo non ha infatti risposto come si sperava alle terapie, forse anche a causa del fatto che l’infezione era ormai progredita oltre il punto di non ritorno. Nella notte di mercoledì il medico ha perso la sua personale battaglia contro la malattia. In seguito al decesso del 40enne, sono state attivate la procedure di profilassi sia all’Ospedale del Mare che tra i famigliari del medico.
Un grande gesto di generosità
Al Cotugno, invece, si è proceduto con l’espianto degli organi. Per disposizione dei familiari il cuore del giovane medico è stato donato e utilizzato per salvare la vita a un bambino in attesa di trapianto. Un gesto di grandissima generosità che porta sino all’estremo il significato stesso dell’opera di ogni medico: salvare delle vite. Intanto, oggi (giovedì 3 gennaio), la famiglia procederà a celebrare i funerali del dottore prematuramente scomparso, funerali che si terranno nella chiesa di San Tammaro a Grumo Nevano, piccolo paese nella provincia di Napoli.