Il tessuto adiposo determinerebbe risposte metaboliche e infiammatorie diverse tra i due sessi a seguito di neuropatia e dolore cronico. Lo suggerisce uno studio congiunto del Cnr, Irccs Fondazione Santa Lucia, Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara e Università Kore di Enna. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista iScience e aprono nuove prospettive per la medicina di genere.
Dolore cronico, donne più esposte
Molte ricerche indicano una maggiore sensibilità e suscettibilità dei soggetti di sesso femminile al dolore cronico. I dati rigardano soprattutto quello di origine nervosa (neuropatico), rispetto a quello maschile. Ora uno studio ne svela la possibile causa.
La ricerca mette per la prima volta in luce il ruolo chiave svolto dal tessuto adiposo nella regolazione delle risposte infiammatorie e metaboliche specifiche legate al sesso biologico. I risultati fanno luce su alcuni fattori determinanti che spiegano la maggiore suscettibilità del sesso femminile al dolore neuropatico.
“Fino a oggi le ricerche si erano focalizzate su quelli che sembravano essere gli attori principali coinvolti nelle neuropatie e sul dolore a esse associato, che si pensavano essere all’origine di questa differenza, ossia il sistema immunitario, le cellule non neuronali (neuroglia) e gli ormoni sessuali, scoprendo effettivamente divergenze tra maschi e femmine nella risposta al danno nervoso. Ma cosa effettivamente innescasse le diverse risposte di questi attori dopo una lesione nervosa era finora ignoto”, spiega Sara Marinelli ricercatrice del Cnr-Ibbc, alla guida del team di ricerca. “Il tessuto adiposo, organo fino a non molto tempo fa considerato amorfo, è in realtà particolarmente dinamico nella comunicazione inter-organo, ed è capace di regolare, influenzare e modificare numerosi processi fisiologici e patologici, non soltanto di natura metabolica. Oggi, abbiamo aggiunto un importante tassello alla comprensione di questo divario, scoprendo che questo organo partecipa attivamente alla riparazione di un danno neurologico in modo sesso-dipendente”.
Tessuto adiposo facilita processi infiammatori
In disordini metabolici, come ad esempio il diabete e l’obesità, il tessuto adiposo sarebbe in grado di facilitare processi infiammatori o causare neuropatie. L’ipotesi che esso possa svolgere un ruolo diverso in base al sesso nel modulare la risposta metabolica a una lesione nervosa – in assenza di concomitanti patologie metaboliche – non era però mai stata presa in considerazione.
Le osservazioni del team si sono concentrate sulle lesioni a un nervo periferico, arrivando a superare molte precedenti aspettative. “A seguito di tale tipo di lesione, abbiamo osservato che il tessuto adiposo maschile promuove la glicolisi – ossia la scissione della molecola di glucosio al fine di generare molecole a più alta energia – e riduce la spesa energetica e i livelli di acidi grassi insaturi. Inoltre, nel sesso maschile, il tessuto adiposo favorisce il rilascio di molecole rigenerative, protegge contro lo stress ossidativo, stimola sue proteine tipiche come l’adiponectina, creando un ambiente favorevole alla rigenerazione e alla guarigione dalla neuropatia”, aggiunge Roberto Coccurello ricercatore Cnr-Isc e Fondazione Santa Lucia IRCCS, supervisore dello studio.
Diversa, invece, la risposta nell’altro sesso. “Il tessuto adiposo femminile mostra una lipolisi e un’ossidazione degli acidi grassi alterate, un aumento della spesa energetica e un’elevata secrezione di ormoni steroidei che influisce sul metabolismo del glucosio e dell’insulina. In sostanza, il tessuto adiposo femminile non solo risponde al danno con un metabolismo alterato simile a quello dei soggetti che sviluppano neuropatie diabetiche, ma rilascia anche altri ormoni coinvolti nella generazione e nel mantenimento del dolore neuropatico”, prosegue Claudia Rossi, docente di Biochimica dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.
Dolore cronico e approccio di genere
“Tutto ciò ha chiare implicazioni nella comprensione delle divergenze di risposta tra i sessi al danno nervoso, soprattutto alla luce del fatto che il sistema immunitario, i neuroni e la neuroglia sono altamente suscettibili ai cambiamenti metabolici e ormonali, soprattutto quelli legati al glucosio, all’insulina e a estrogeni.”, conclude Sara Marinelli.
Queste scoperte aprono una prospettiva terapeutica nuova per affrontare i danni nervosi periferici, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per identificare bersagli più precisi e mettere a punto terapie diversificate a seconda del genere.