Esperti da tutta Italia a Napoli per il 119esimo congresso della Società italiana di Chirurgia. Il filo rosso che ha tenuto insieme tavole rotonde, dibattiti, simposi, è stato «la chirurgia nel rispetto dell’uomo». Iniziata con un evento inaugurale lo scorso 14 ottobre nel Teatro di San Carlo, il congresso ha chiuso ieri, a Città della Scienza con un bilancio positivo in termini di presenze e partecipazione. «Sono stati numerosissimi i colleghi che sono stati qui per discutere degli argomenti del congresso», hanno spiegato Maurizio De Palma e Natale Di Martino, co-presidenti del congresso. «Ci sono stati tanti chirurgi giovani, che è un dato importante perché la tecnologia, in termini di strumentazione e di farmaci, va avanti e ci consente di evitare degli interventi destruenti, troppo invasivi».
Innovazioni
Ampio spazio è stato dedicato alla chirurgia robotica, laparoscopica, nei confronti con quella tradizionale, e ancora sezioni specifiche e nell’utilizzo dei robot in vari campi. «La nostra linea – hanno sottolineato De Palma e Di Martino – è stata la chirurgia nel rispetto dell’uomo, attraverso la chirurgia gentile, tecnologica, integrata». Oggi, grazie all’apporto della tecnologia, la chirurgia non è più quella di un tempo. «Si punta a interventi specifici selezionati – hanno detto – la cosa più importante era il problema della integrazione. il chirurgo non é al centro della situazione, ma oggi fa parte di un insieme di discipline che sono in grado di poter definire significativamente ciò che è meglio da fare per il paziente». Un esempio è quello della senologia. Se nel passato, quando una donna scopriva di avere un tumore, si provvedeva a rimuovere tutto, oggi le cose sono cambiate. “Oggi invece la senologia è un percorso – hanno aggiunto – la paziente viene accolta, studiata, si fa la diagnosi e in base alle necessità, come indicato da oncologo, radioterapia, chirurgo, si leva quello che è necessario. Senza dimenticare l’integrazione con lo psicoterapeuta che aiuta il paziente ad arrivare all’intervento». Un discorso che vale per la senologia, ma anche per tante patologie oncologiche perché «viene tolto, demolito, quello che è necessario lavoriamo su quello che dobbiamo andare a fare ed è più accettabile per il paziente».
Il ruolo di Napoli
Il congresso ha rilanciato la centralità di della scuola napoletana di chirurgia nel panorama nazionale e non solo. In fatto di chirurgia robotica, ad esempio, Napoli è una delle città italiane all’avanguardia per quel che riguarda la formazione. Basti Pensare alla Robotic Academy Intuitive Naples attiva nel Centro di Biotecnologie avanzate del Cardarelli, diretto da Santolo Cozzolino. A disposizione dei chirurghi c’è un robot da Vinci di ultima generazione con doppia consolle. La portata innovativa di questo progetto è enorme, l’esperienza dell’Academy permetterà al Cardarelli non solo di consolidare la propria leadership nella chirurgia robotica, ma anche di generare risorse economiche che potranno poi essere reinvestite nelle cure destinate ai pazienti.