«La rinosinusite cronica con poliposi nasale è una patologia infiammatoria delle mucose nasali e dei seni paranasali. Le cause di questa patologia possono essere diverse, la verità è che di questa malattia sappiamo ancora troppo poco». Maria D’Amato, dirigente medico dell’ospedale Monaldi (Azienda dei Colli) in servizio presso la Uosd Malattie Respiratorie Federico II diretta dal professor Antonio Molino, sa bene quanto sia importante riuscire a dare una risposta a pazienti che spesso vedono precipitare la propria qualità di vita. È lei a spiegare che i polipi nasali sono escrescenze benigne che tuttavia possono crescere al punto da ostruire completamente le cavità nasali. «Capire che la poliposi si sta aggravando – dice – non è difficile, perché si arriva a perdere l’olfatto e il gusto, ad avere difficoltà respiratorie, oltre a diventare più suscettibili alle infezioni. Per chi non ne soffre, è difficile comprendere quanta sofferenza possa essere legata a questa condizione». La poliposi nasale è molto spesso associata all’asma bronchiale grave.
Per accedere all’ambulatorio dedicato all’asma del Monaldi e intravedere finalmente la luce oltre il tunnel, basta una prescrizione del medico curante e una prenotazione presso il Cup Aziendale. Ma come si interviene? «Abbiamo un team di otorini che fanno parte della Uoc di Otorinolaringoiatria del Monaldi diretta dal Professor Carlo Antonio Leone, sono loro a identificare e valutare la gravità della poliposi, dopodiché si prova ad individuare la strada più giusta per ciascun paziente. Al momento, non è ancora possibile prescrivere in Italia l’unico farmaco biologico specifico per la rinosinusite cronica con poliposi nasale, il dupilumab, che ha già ottenuto l’approvazione europea ed è attualmente in valutazione da parte dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa). «Ad oggi – dice D’Amato – noi medici, dobbiamo valutare cosa sia più grave tra asma e poliposi, ma possiamo usare solo farmaci biologici che agiscono sull’asma grave, sperando che abbiano effetto anche sulla poliposi». C’è però una parte di pazienti nei quali la poliposi è preponderante rispetto all’asma, come anche tanti pazienti dove la poliposi non è associata a comorbilità quali l’asma, pazienti che si sottopongono ripetutamente ad interventi chirurgici per l’alto rischio di recidiva. «L’arrivo di questo nuovo anticorpo monoclonale interamente umano – conclude la dottoressa – sta cambiando la vita di molti pazienti che non traggono benefici da altre terapie. Inibisce l’attività di due proteine che giocano un ruolo determinante nell’infiammazione alla base dell’asma e della poliposi. È solo questione di tempo perché sia disponibile anche in Italia, ed è un bel passo avanti per migliaia di pazienti».