Il tema delle cure palliative, vale a dire quelle che non mirano alla guarigione ma a lenire la sofferenza, è molto spinoso. In Campania, dove si sta facendo molto per recuperare il gap, una delle situazioni più controverse riguarda la disposta chiusura del reparto di cure palliative del Cardarelli. A disporre la chiusura è un piano regionale di razionalizzazione, che tuttavia non tiene conto delle eccellenze createsi nel corso degli anni nell’ospedale collinare di Napoli e soprattutto non considera l’attuale incapacità del territorio di sopperire ad una eventuale dismissione.
Una nuova speranza
La scorsa settimana Alfonso Longobardi, vicepresidente della commissione regionale al bilancio, ha visitato il reparto di terapia del dolore e cure palliative del Cardarelli di Napoli. In una nota diffusa dall’associazione Il Nodo si annuncia che Longobardi ha assicurato «che nei prossimi giorni si attiverà presso tutte le articolazioni istituzionali interessate affinché si possa superare l’impasse amministrativa che ha creato equivoci comunque superabili e risolvibili. Abbiamo dinanzi a noi sfide importanti – conclude Longobardi – ma insieme al Presidente De Luca riusciremo a portare la sanità ad elevati standard di qualità ponendo il cittadino/paziente al centro della programmazione».
Risparmio economico ed eccellenza
Del resto, dai dati diffusi dall’associazione Il Nodo, il reparto del professor Montrone genera un risparmio di circa 4 milioni di euro all’anno per l’Azienda ospedaliera: questo perché con le attività altamente specializzate che garantisce a pazienti in stato terminale libera di fatto altri reparti cruciali come la terapia intensiva e la rianimazione dove l’assistenza sanitaria ha tutt’altre caratteristiche ed ha altri costi necessari rispetto alle cure palliative. Si apre insomma una speranza che il reparto storicamente diretto dal professor Montrone possa proseguire nella sua attività, fondamentale per tutti quei pazienti che possono trovare un grande sollievo nonostante la malattia.