C’è una parte del mais che solitamente viene scartata che potrebbe invece dar vita a integratori alimentari e coloranti naturali per il tessile, per un modo più rispettoso della salute e sostenibile. Sotto la lente dei ricercatori, che in questo caso sono quelli dell’Università degli Studi di Milano, c’è finito stavolta il “tutolo”, vale a dire la parte interna e spugnosa della pannocchia. In particolare quella del mais colorato consentirebbe di ricavarne antocianine, naturalmente ricche di pigmenti per le colorazioni rosso, blu, viola e porpora. Queste sostanza potrebbero essere poiimpiegarle in ambito tessile, farmaceutico e veterinario per la produzione di coloranti naturali e integratori alimentari. Lo studio è stato pubblicato su Acs Sustainable Chemistry & Engineering – American Chemical Society e suggerisce una strada nuova per recuperare gli scarti agricoli provenienti dal mais pigmentato attraverso un sistema di bioraffineria.
ANTOCIANI
La materia prima è il mais pigmentato – spiega l’ateneo in una nota – che entra in un ciclo estrattivo per il recupero degli antociani, mediante l’uso di solventi green: in questo modo vengono sfruttate le proprietà degli antociani che sono molecole coloranti, antiossidanti e anti-infiammatorie e anche composti antibatterici naturali. La ricerca è stata sviluppata secondo un approccio di bioraffineria con lo scopo di estrarre gli antociani presenti in un ibrido selezionato di mais pigmentato, coltivato presso l’Azienda Agraria Didattico-Sperimentale dell’Università degli Studi di Milano Angelo Menozzi di Landriano. Gli antociani sono una classe di pigmenti vegetali appartenenti alla famiglia dei flavonoidi che nella pannocchia di mais viola sono distribuiti quasi equamente tra la granella (55%) ed il tutolo (45%), non commestibile. Il tutolo di mais è una biomassa vegetale di difficile biodegradazione a causa del basso contenuto di acqua e della natura lignocellulosica dei suoi costituenti, organizzati nella struttura rigida e compatta delle pareti cellulari.
RISORSA
Queste caratteristiche rendono il tutolo di mais viola un materiale speciale, stabile nel tempo e ricco di antociani: infatti queste molecole possono essere estratte in qualsiasi momento dell’anno a differenza, invece, con quanto accade con i frutti edibili rossi, anch’essi fonte di antociani, quali frutti di bosco, uva, ribes e ciliegie, legati alla stagionalità. Il tutolo di mais, quindi, anziché rifiuto, diviene risorsa di valore. In particolare, il processo proposto consente di recuperare gli antociani e utilizzarli per scopi tintori (con colori e fibre naturali) e nutraceutici (integratori destinati all’alimentazione umana ed animale). Al termine del processo estrattivo, il residuo di tutolo esausto è proposto come lettiera per animali con caratteristiche particolari, dal momento che sono ancora presenti gli antociani. La lettiera residua per animali è, infatti, destinata alla raccolta differenziata con rifiuti alimentari producendo compost o biogas e fertilizzanti, chiudendo il ciclo con zero rifiuti, secondo i principi della bioeconomia circolare. Il progetto (progetto Pastel) è finanziato da Fondazione Cariplo.