Saper leggere tra le righe significa saper andare oltre il senso letterale delle parole ma, in fatto di stress, proprio le parole possono essere un valido campanello d’allarme. Già, il nostro linguaggio la dice lunga sulla nostra condizione psicofisica e può essere un campanello d’allarme.
Avverbi sentinella
Quando siamo fortemente stressati tendiamo in generale a parlare meno, ma ad usare maggiormente avverbi, in particolare: «veramente» e «incredibilmente», che possono aiutarci a gestire lo stress agendo come intensificatori emotivi che evidenziano un più elevato stato di eccitazione. Un’altra tendenza è quella a usare meno pronomi plurali come «loro», segno che siamo più focalizzati su noi stessi.
Lo studio
È quanto emerge da una ricerca dell’Università della California e di quella dell’Arizona, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli studiosi hanno preso in esame 143 persone adulte a cui è stato chiesto di indossare dei registratori, che sono stati accesi ogni due minuti per due giorni, raccogliendo complessivamente 22.627 brevi clip audio. I ricercatori hanno esaminato le registrazioni, focalizzando l’attenzione in particolare su pronomi e aggettivi. «Di per sé non hanno particolare significato, ma aiutano a chiarire cosa sta succedendo a chi parla», spiega il professor Matthias Mehl, coautore dello studio. Il team ha confrontato poi il linguaggio utilizzato da ogni volontario con l’espressione di 50 geni notoriamente legati ad elevati livelli di stress, scoprendo che l’uso di alcune parole può prevedere cambiamenti legati allo stress sul Dna.