In psicologia viene definita disforia di genere e no, non è una malattia. Resta però tanto da fare affinché tutti, medici compresi, possano meglio comprendere le difficoltà che scaturiscono dal riconoscersi in un genere differente da quello “assegnato” alla nascita. Importante in questo senso l’iniziativa degli esperti dell’Associazione medici endocrinologi (Ame) che dal 2014 ha costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare “dedicato” e che, con la collaborazione di Consulcesi Club, ha realizzato un corso di formazione professionale dedicata a medici e operatori sanitari. E sono stati proprio gli esperti del gruppo Ame a lanciare un allarme sul fatto che in Italia alcune persone con disforia di genere hanno uno scarso accesso alle cure.
DISAGIO
Ma cosa si intende invece per disforia di genere? In alcuni casi, la persona può vivere un’incongruenza tra il genere assegnatole alla nascita e quello in cui invece si identifica. Questo senso di incongruenza può comportare un disagio significativo che non permette alla persona di vivere una vita pienamente soddisfacente: si parla allora di disforia di genere. Immaginiamo ad esempio una persona assegnata maschio alla nascita che si percepisca invece come soggetto femmina e che presenta disagio e sofferenza verso il proprio corpo. Il superamento di questa incongruenza avviene attraverso un percorso psicologico di consapevolezza del sé e spesso attraverso interventi medici affermativi di genere che possono includere terapie ormonali o chirurgiche.
IDENTITA’ DI GENERE
Nell’immaginario collettivo, l’identità di genere è concepita come un sistema binario che vede contrapposti il genere maschile e quello femminile. Antonio Prunas psicologo esperto di disforia di genere e tra gli autori del corso Ecm di Consulcesi spiega che in realtà l’identità di genere può essere immaginata come uno spettro in cui agli estremi si collocano il maschile e il femminile e, tra questi due poli, un’infinita varietà di possibili identità ed espressioni di genere. In un sistema non binario, sono possibili contaminazioni tra i generi, oscillazioni o movimenti fluidi tra i generi o l’appartenenza a nessun genere. Su questa base concettuale, nascono le definizioni di Cisgender (una persona sente di appartenere al genere assegnato alla nascita), e transgender, che sono le persone in cui il genere cui sentono di appartenere non coincide con quello assegnato loro alla nascita.