Da novembre a marzo il corpo umano va in una specie di letargo e ci si sente spesso stanchi. Secondo alcune ricerche vengono trascorsi circa 32 anni della propria vita dormendo. Ma il sonno varia anche a seconda del paese d’origine. Secondo un sondaggio internazionale, sono i giapponesi a dormire meno (meno di 6,5 ore a notte) mentre i messicani sono quelli che dormono di più (7 ore circa). Poi ci sono altri fattori che influenzano le ore di sonno. Ad esempio alcune indagini interessanti rivelano che le coppie dormono in media 7 ore a notte e meno se hanno figli. Più alto è il reddito, meno si dorme. Le persone tra i 15 e i 20 anni dormono di più mentre quelle tra i 41 e i 50 di meno. Le persone in pensione dormono maggiormente.
Colpa dei social
L’uso regolare dello smartphone ha un impatto negativo sul sonno. Una ricerca della University of Pittsburgh and the National Institute of Health (NIH) afferma che il 30% dei 2.000 partecipanti avevano disturbi del sonno e quelli più attivi su Facebook e Instagram ne soffrivano tre volte tanto rispetto agli altri.
Temperatura
Anche in inverno, dormire in un letto troppo caldo può interferire con il riposo. La temperatura migliore è quella compresa tra i 16°C e i 18°C. A queste temperature il corpo dovrebbe mantenere una temperatura neutrale. La cosa più consigliata da molti esperti è far arieggiare la stanza 10 minuti prima di andare a letto.
Chi si allena più di una volta alla settimana, dorme meglio e più profondamente. Tuttavia, gli allenamenti intensi poco prima di andare a letto possono alterare il nostro riposo. Bisognerebbe almeno far passare due ore.
In inverno il fisico richiede maggiore riposo, perché le giornate sono più corte e aumenta la produzione della melatonina, l’ormone del sonno che regola i cicli di sonno-veglia. Per ridurre questo problema ci sono anche degli alimenti che ne stimolano la produzione.
Inoltre in inverno si produce anche meno Vitamina D, che viene sintetizzata quando siamo esposti alla luce solare (bastano 10-15 minuti).