Ipertrofia prostatica benigna, tumore della prostata e varicocele. Sono queste alcune delle patologie che maggiormente impattano sulla vita degli uomini, causando spesso un decadimento della qualità di vita e soffiando, nei casi più complessi, in vere e proprie condizioni di depressione. Visto che spesso a gravare, o meglio “ad aggravare”, queste condizioni patologiche è la scarsa o scorretta informazione, noi di PreSa abbiamo deciso di fare il punto e sfatare anche qualche falso mito.
IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA
Definita anche con l’acronimo IPB, o detta altrimenti “adenoma prostatico”, questa è una malattia piuttosto comune, che in sostanza consiste nell’ingrossamento benigno della prostata, creando a chi ne soffre non pochi problemi a urinare. L’Ipertrofia prostatica benigna riguarda circa l’8% degli uomini con meno di 40 anni di età e aumentando fino al 50% nei soggetti oltre i 60 anni. Questi significa che pur essendo un problema tipico di un’età avanzata, anche i giovani possono soffrirne. Dal punto di vista “meccanico” l’ingrossamento della prostata restringe l’uretra (ovvero il canale attraversi il quale scorre l’urina). Quando questo avviene si iniziano a notare alcuni sintomi tipici. Quali? In primis, il flusso della minzione è debole e si può avere ha una vera e propria difficoltà ad urinare. Ancora, molte notti passano insonni (o quasi) visto che non riuscendo a svuotare la vescica si è costretti tornare di frequente in bagno. Non di rado si avverte un bruciore e il più delle volte si ha la sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica. Di qui anche quello stimolo frequente di dover urinare. Vediamo però come si cura questa patologia. Per affrontare il problema bisogna ricorrere alla chirurgia, ma fortunatamente oggi esistono tecniche che consentono di torace a casa nel giro di poche ore. Una di queste è il laser, grazie al quale il paziente torna a casa già il giorno dopo l’intervento. Una volta trattata, fastidi e problemi sono solo un ricordo.
TUMORE DELLA PROSTATA
Diciamo subito che con l’allungamento della vita media, il cancro della prostata è divenuta una delle patologie più frequenti nell’uomo. Fortunatamente, se trattata in tempo, da questa neoplasia si guarisce del tutto. Uno dei dati di fatto, che mette ancor più in risalto il valore della prevenzione, è che il tumore alla prostata in stadio precoce è spesso asintomatico. Quando la neoplasia cresce di dimensioni può creare problemi alla minzione e generare sintomi della basse vie urinarie, ma sarebbe sempre meglio scoprire il problema prima che questo avvenga. Sintomi di una condizione da trattare subito sono il sangue nelle urine, la difficoltà ad avere un’erezione, dolore durante l’eiaculazione o anche una sensazione di disagio nella zona pelvica. Come detto, di cancro alla prostata si può guarire. Anche in questo caso la strada maestra è l0intervento chirurgico, ma non è detto che sia consigliabile in tutti i casi. Ci sono infatti situazioni per le quali si consiglia una sorveglianza attiva, quindi un controllo costante dell’evoluzione della malattia, che potrebbe anche non portare mai ad un intervento. Ma questo lo dovrà stabilire l’oncologo. In caso di operazione, una delle tecniche più avanzate è con l’ausilio del robot chirurgico, che consente al chirurgo di intervenire in modo estremamente preciso, evitando di danneggiare le strutture che determinano la funzione minzionale o l’erezione.
VARICOCELE
Questa è una concione non solo molto frequente, ma anche risolvibile in modo semplice. Diciamo subito che il varicocele è una condizione patologica benigna causata dalla dilatazione delle vene del testicolo. Queste vene hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo e se c’è un varicocele potrebbe causare problemi di fertilità. Proprio se c’è un’alterazione del liquido seminale, o se si valuta che possa determinarsi un’infertilità, allora è bene operare. L’intervento è molto semplice, e dura circa 15 minuti. Come si interviene? Diverse sono le tecniche, ma quella che sembra più efficace e meno invasiva si pratica attraverso una microincisione sub-inguinale alla radice dello scroto. Tutti i vasi venosi ectasici vengono isolati, legati e sezionati, anche quelli con anastomosi più basse. I vantaggi sono la quasi totale assenza di persistenza o recidiva del varicocele, la rapida durata dell’intervento (15 min circa, come detto) e la possibilità di esecuzione in Day Hospital e in anestesia locale. Insomma, anche in questo caso una visita medica di prevenzione può fare la differenza.