L’obiettivo è far sì che le conoscenze accumulate nei centri di ricerca sì trasformino in innovazione a favore sia della crescita competitiva delle aziende già esistenti sia della nascita di nuove imprese. EuroBioHighTech si terrà mercoledì 26 e giovedì 27 settembre alla Stazione Marittima di Trieste. Il salone espositivo e congressuale internazionale è dedicato a chi fa innovazione in Italia e nell’Europa Centro Orientale nel settore biomedicale, nelle biotecnologie, nell’informatica medica e bioinformatica e nell’Ambient Assisted Living.
Arrivato alla seconda edizione, quest’anno diventa anche un’iniziativa ProEsof 2020, presentato in conferenza stampa dal Presidente della Camera di Commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti che ha ricordato l’importanza del settore della salute, “sempre più strategico”, che in Regione “conta ben 5 mila addetti”, impiegati in 120 aziende con un fatturato di 1 miliardo di euro. In Italia il comparto invece vale un fatturato superiore ai 30 miliardi di euro l’anno, mentre a livello locale traina l’economia regionale e in particolare modo quella di Trieste.
“Per lo sviluppo economico-imprenditoriale di un territorio come quello di Trieste, ma ciò vale per tutti i territori – ha rimarcato anche Diego Bravar, presidente Business network BioHighTech NET e vicepresidente Confindustria Vg – è necessario avere una strategia di sistema per l’innovazione e la capacità di mettere insieme ricerca, formazione e finanza per avere una visione condivisa”.
Il salone rappresenterà una rete di trenta imprese che operano nel settore biomedicale, bioinformatico e biotecnologico e le grandi infrastrutture di ricerca che si occupano anche di salute. Il Friuli Venezia Giulia e l’area di Trieste sono i maggiori investitori in innovazione in Italia, per una media pari a 1.500 euro per abitante, si tratta del doppio della media francese e tre volte della media italiana, ma tuttavia c’è ancora da recuperare uno svantaggio con Nord Europa e Stati Uniti.