I numeri diffusi dall’Unicef denunciano 2.600.000 neonati morti nei primi 28 giorni di vita. La mortalità infantile raccontata nello studio ridisegna contorni geografici profondamente discordanti. Drammatici i dati sull’India, con 600.000 bambini morti entro 28 giorni dalla nascita (si tratta di un quarto di tutti i decessi neonatali del pianeta). Nel ranking globale per questo settore, l’India ha una tasso di 25,4 decessi di neonati prima di 28 giorni su 1.000, dati che la pongono al 153esimo posto su 184 paesi presi in considerazione.
Prospettive sulla mortalità infantile
Secondo l’Onu se ogni Paese portasse il suo tasso di mortalità neonatale alla media dei Paesi ad alto reddito entro il 2030, si potrebbero salvare 16 milioni di vite. “Mentre, negli ultimi 25 anni abbiamo più che dimezzato il numero di morti fra i bambini sotto i cinque anni, non abbiamo fatto progressi simili nel porre fine alla morte di bambini con meno di un mese di vita – ha dichiarato Henrietta H. Fore, direttore generale dell’Unicef -. Dato che la maggior parte di queste morti sono prevenibili, non abbiamo ancora raggiunto i risultati necessari per i bambini più poveri del mondo”. Ancora oggi, spiega l’Unicef, nonostante l’80% di questi decessi possa essere prevenuto, nel mondo ogni anno 2,6 milioni di neonati non sopravvivono al primo mese di vita. Un milione di questi, nemmeno al primo giorno.
Infanzia negata
Il report “Ogni bambino vivo” studia le cause e cerca di dettare le linee guida per incentivare i governi a porre un freno alla mortalità dei neonati. Il rapporto Unicef sostiene che le cause dei decessi infantili sono prevedibili e trattabili, e che l’80% delle morti avviene per ragioni non gravi. I primi 28 giorni di vita sono i più critici per la sopravvivenza di un bambino, che in quel momento vive il suo momento di massima vulnerabilità. La media globale del fenomeno è di 19 morti per ogni 1.000 nuovi nati, con punte di 27 decessi nei Paesi a basso reddito e di 3 in quelli ad alto reddito.
I Paesi dove è più sicuro nascere
Si tratta di Giappone, Islanda e Singapore, dove si registra solo un decesso infantile su 1.000 nuove nascite nei primi 28 giorni. Le nazioni dove la vita dei neonati è maggiormente a rischio sono il Pakistan, la Repubblica Centrafricana e l’Afghanistan: qui il tasso di sopravvivenza è più basso. Il rapporto sottolinea inoltre che 8 dei 10 luoghi più pericolosi per nascere si trovano in Africa Subsahariana, dove le donne in gravidanza hanno probabilità molto inferiori di ricevere assistenza durante il parto a causa di povertà, conflitti e istituzioni deboli.
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