All’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma arriva un nuovo centro dedicato all’acne. Il fenomeno che colpisce spesso gli adolescenti è, in realtà, una vera e propria malattia cronica della pelle che interessa sempre di più anche soggetti adulti fino ai 40 anni. Per questo l’ IDI da martedì 16 ottobre attiva un ambulatorio dedicato, “SOS Acne”, in cui saranno coinvolte diverse professionalità mediche e scientifiche dell’ospedale romano.
L’acne
La malattia può creare veri e propri disagi sociali e i numeri non sono confortanti, il fenomeno infatti è in aumento. Alle strutture dell’istituto dermopatico, negli ultimi 30 mesi, sono state effettuate circa 10mila visite. Quest’anno il trend è in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con 1750 pazienti. Poco più del 30% del totale è costituito da giovani che si rivolgono all’IDI per problematiche varie, ma circa il 10% delle visite appartiene a pazienti nella fascia 40-45 anni. “Negli ultimi anni –spiega Annarita Panebianco, direttore sanitario di IDI – è emersa con sempre maggiore chiarezza la complessità di questa malattia. Non solo i sintomi, ad esempio, bruciore, irritazione, ipersensibilità all’acqua, sono più intensi di quelli di altre malattie importanti quali il lichen sclerosus, la rosacea e le micosi cutanee, ma l’impatto dell’acne sulla sfera psicosociale è addirittura superiore a quello della psoriasi, della dermatite atopica e dell’orticaria. In diverse survey condotte nei nostri ambulatori, ad esempio, la proporzione di pazienti – spiega la direttrice – con tendenze depressive o depressione conclamata si attesta tra il 25-35%, rispetto al 10-12% della popolazione generale”. Nel centro ‘Sos Acne’ la malattia verrà affrontata con più specialisti: i pazienti avranno a disposizione non solo dermatologi, ma un team interdisciplinare pronto ad aiutarli anche in altri aspetti medici connessi, come endocrinologi e ginecologici. In particolare, insieme al sostegno psicologico verranno dati consigli e indicazioni utili per cambiare stile di vita ed evitare di alimentare la malattia.