Il nuovo COVID-19 si manifesta con sintomi quali raffreddore, mal di gola, tosse e febbre o nei casi più seri con polmonite e difficoltà respiratorie. In molti casi i pazienti manifestano alterazioni acute dell’olfatto e del gusto, con una riduzione o una perdita dei due sensi. Un fenomeno che è stato osservato anche in un alto numero di soggetti asintomatici. Gli esperti stanno indagando su quale sia il rapporto tra l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 e gusto e olfatto.
“L’infezione da COVID-19 rappresenta una nuova malattia sulla quale apprendiamo ogni giorno nuove informazioni – ha spiegato il professor Alberto Albanese, Responsabile di Neurologia I in Humanitas. I primi dati, provenienti in particolare da Cina, Corea del Sud e Italia, indicano una frequenza di anosmia(perdita di olfatto) nel 30-60% delle persone colpite. Questo fenomeno è stato segnalato anche dai medici che sono stati infettati dal virus. Di conseguenza, è ragionevole ritenere che potrebbe esserci una relazione tra il numero crescente di segnalazioni di perdita dell’olfatto e l’attuale pandemia dovuta a COVID-19”, spiega il professore.
COVID-19: la perdita del gusto e dell’olfatto
La maggior parte dei sapori che avvertiamo è percepita attraverso il naso più che attraverso la lingua. I sapori si diffondono nel cavo orale e producono una sensazione mista di percezione gustativa e olfattiva, responsabile della più ampia percezione del gusto. La perdita del gusto è dunque una naturale conseguenza della perdita dell’olfatto.
Gli studi epidemiologici sulla perdita dell’olfatto sono complicati dalla presenza di sintomi respiratori con riniti, tosse e irritazione delle mucose, che rendono difficile creare un collegamento diretto tra il COVID-19 e il sistema olfattivo umano”, prosegue il professor Albanese.
I nuovi studi
Tuttavia la via olfattiva rappresenta la porta d’ingresso di diversi virus respiratori al sistema nervoso centrale, quali herpes virus 1 e 6, virus della rabbia e dell’influenza. Un primo studio mostra che il sistema olfattivo potrebbe rappresentare una via di accesso privilegiata al nostro organismo per alcuni coronavirus e questo potrebbe verificarsi anche con SARS-CoV-2 responsabile di COVID-19. L’epitelio olfattivo, infatti, ospita anche terminazioni del nervo trigemino, attraverso le quali il virus potrebbe guadagnare l’accesso all’encefalo.
“In Humanitas stiamo sviluppando un progetto proprio con l’obiettivo di identificare i pazienti in cui questo meccanismo può aver avuto luogo. Alcuni dati preliminari indicherebbero una differenza di genere e di età: il fenomeno colpirebbe preferenzialmente le donne – che in genere hanno forme più benigne di infezione respiratoria – e le persone più giovani. La Ricerca scientifica è focalizzata a comprendere i diversi comportamenti di questo nuovo virus”, ha concluso il prof. Albanese.