Il comportamento di ognuno influenza la salute dell’altro. È quello che ci ha insegnato molto bene la pandemia del Covid-19. Un concetto che vale anche per il fumo, non solo quello passivo. Le sigarette, infatti, possono recare danni agli altri anche molte ore dopo esapere state spente. Una ricerca i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances dimostra che si può essere esposti a queste sostanze nocive anche in ambienti in cui è vietato fumare. La causa è il cosiddetto fumo “di terza mano”. Il fumo, infatti, rilascia delle sostanze tossiche sui vestiti, sulla pelle e sulle superfici. In pratica chi si accende una sigaretta si espone al fumo attivo (o “di prima mano”) e chi si trova in presenza di qualcuno che sta fumando è esposto al fumo passivo (o “di seconda mano”). Chi, invece, è esposto alle sostanze tossiche rilasciate dalle sigarette e accumulatesi sulla pelle, sui vestiti e sulle superfici è vittima, spesso inconsapevole, del fumo di terza mano.
Sostanze trasportate dai fumatori
Alcuni ricercatori della Yale University (USA) e del Max Planck Institute (Germania) hanno analizzato l’aria di un cinema tedesco per verificare la presenza di composti organici volatili (noti come VOC, dall’inglese “volatile organic compounds”) legati al tabacco. In Germania, come in Italia, da circa 15 anni nei cinema è vietato fumare: l’ipotesi dei ricercatori era quindi che i VOC venissero trasportati in quell’ambiente chiuso dal pubblico. Misurando con la spettrometria di massa ad alta risoluzione l’emissione dei VOC, si è avuta la conferma che questa coincideva con il momento dell’arrivo in sala degli spettatori e aumentava nel tempo, anche se si fermava il ricircolo d’aria per impedire l’ingresso dei composti dall’esterno.
Le concentrazioni di diversi inquinanti pericolosi e potenzialmente cancerogeni, come benzene e formaldeide, raggiungono, negli ambienti sotto esame in questa ricerca, livelli significativi. I ricercatori hanno stimato che gli spettatori erano esposti all’equivalente del fumo passivo di 1-10 sigarette. In ambienti di minori dimensioni, o poco ventilati, l’esposizione alle sostanze nocive prodotte dal fumo di sigaretta e trasportate dalle persone risulterebbe ancora più elevata.
Secondo gli autori dello studio, con lo stesso livello di emissioni registrato nel cinema e la stessa ventilazione, la concentrazione dei VOC in una casa di 140 m3 potrebbe aumentare di 40 volte rispetto a quella di case dove non entra alcun fumatore.
Fumo di terza mano: stili di vita individuali incidono sulla collettività
Il fumo “di terza mano” interessa quindi anche gli ambienti considerati “smoke-free” come i mezzi di trasporto e le aule scolastiche, e rappresenta quindi un problema di salute pubblica da non sottovalutare. In altre parole, come ha insegnato la pandemia del covid, le abitudini individuali incidono sulla salute della comunità.