Cosa può distruggere l’autostima di milioni di italiani? La prova costume. Stando ad un recente studio (www.inabottle.it) l’estate appena iniziata rischia di mandare in crisi 1 italiano su 4 (25%), quindi circa 15milioni di persone che non si sentono fisicamente pronti. E’ quello che gli esperti chiamano bikini blues, una sorta di tristezza derivata «dal vedersi imperfetti allo specchio o in pubblico. Lo studio ha preso in considerazione 3.000 italiani tra i 20 e i 55 anni, monitorando online i principali social network, blog, forum e community.
Cosa ci turba
Secondo l’indagine, col bikini blues possono sorgere anche apprensione (23%) e sconforto (21%) tali da far diventare addirittura nervosi, ansiosi e intrattabili (52%). Il girovita (68%) è la zona che desta più preoccupazione. «Nella società odierna – spiega Emanuela Napoli, psicologa dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma – è fortissimo l’investimento sul corpo. Non essere in grado di avvicinarsi a determinati standard può determinare un aumento della propria insoddisfazione e un sentimento di inadeguatezza. Lo scarto tra l’ideale corporeo e come si pensa di essere può infatti sfociare in uno stato di preoccupazione o di ansia che nel tempo può minare l’autostima».
Sport
Gli italiani, per tornare in forma, fanno attività fisica in casa o al parco (43%) e cercano di «consumare più acqua, frutta e verdura per purificarsi» (37%). Il 15% cerca poi di non consumare alcool e alimenti ipercalorici, mentre il 12% si impone «una dieta ferrea per perdere subito peso». Il modello però da seguire, conferma Luca Piretta, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva all’Università Campus Biomedico di Roma, «è la dieta mediterranea, preferendo acqua, cereali, frutta, verdura, legumi, frutta secca e olio d’oliva e poi in minor quantità pesce, formaggi e uova, e saltuariamente carne rossa. Bisogna bere 2 litri di acqua al giorno che possono diventare anche 3 se si fa molta attività fisica e a temperature elevate. Il problema della prova costume è che si fa sempre troppo tardi e quindi ci si affida a rimedi drastici e poco salutari. Per questo occorre pensarci già a Natale».