Quando si affronta il melanoma la battaglia inizia allo specchio. Il professor Nicola Mozzillo non ha dubbi, il modo più efficace per sopravvivere a questo tumore della pelle e quello di individuarlo in tempo. La cosa difficile è riconoscerlo, ma solo se non si conosce il proprio corpo. «A partire da quando si è ragazzi, tutti dovremmo dedicare qualche minuto allo specchio per controllare i nostri nei. L’obiettivo è quello di individuare il “brutto anatroccolo”, che altro non è se non un neo che ha cambiato forma o colore». Il professor Mozzillo spiega anche che si può risparmiare tempo se si guarda nei posti giusti. In particolare gli arti e il tronco. «Il melanoma – aggiunge l’esperto – è forse l’unica malattia che scrive la propria diagnosi sulla pelle dei pazienti con il suo inchiostro. Nella maggior parte dei casi non è difficile capire se serve una visita extra dal dermatologo, basta sapere cosa cercare».
La regola dell’Abcd
Una delle regole più conosciute è quella dell’alfabeto. Abcd sono le lettere che ci aiutano a capire quando un neo si sta trasformando in un problema. Molti la conoscono già, ma ripetere non fa mai male. La A sta per “asimmetria”, immaginiamo di dividere il neo a metà con una linea verticale, dobbiamo verificare se le due parti sono uguali (simmetriche) oppure diverse tra loro. Se la macchia è asimmetrica è bene farsi controllare. B sta per “bordi”, che solitamente devono essere regolari. Se sono irregolari e frastagliati è sospetto. C come “colore”, che non dovrebbe cambiare nel tempo e dev’essere uniforme. D come “dimensioni”, che dovrebbero essere modeste (in media un diametro di 2-3 millimetri). Quindi, se la macchia è piuttosto grande, con un diametro oltre i 6 millimetri, è il momento di consultare uno specialista. Infine, E come “evoluzione”. Se la macchia si modifica velocemente cambiando aspetto, forma, colore o dimensioni; oppure se inizia a diventare pruriginosa, è bene allertarsi e rivolgersi al dermatologo. Senza mai dimenticare che una visita dermatologica andrebbe fatta una volta l’anno. Cinque minuti spesi bene, perché possono salvare la vita.