Stando al National Institute of Mental Health, il 20% della popolazione USA soffre d’ansia. In Italia la stessa analisi parla di un buon almeno l’11,8 %. Ma il dato, se si considera che sono in molti ad evitare di rivolgersi ad uno specialista che possa diagnosticare il disturbo, è decisamente sottostimato. Resta quindi una gigantesca fetta di popolazione che vive in un limbo, colpita da disturbi quali attacchi di panico, fobie, stress post-traumatico e ansia generalizzata. Non meraviglia che in molti guardino all’ansia come al “male del nuovo millennio”. Le più colpite sono le donne e la cosa sorprendente è che oltre al tran tran quotidiano fatto dell’esigenza di dover assolvere ad un numero enorme di compiti, succede per un motivo biologico. Anzi, per la precisione ormonale. Ma allora, come la si può affrontare?
I farmaci
L’uso di medicinali in alcuni casi è indispensabile, ma secondo il parere di molti medici non sempre i farmaci sono la strada migliore. Spesso agiscono sul sintomo, ma non risolvono la causa del problema. (Lo spiega bene Joseph Le Doux nel saggio “Ansia: come il cervello ci aiuta a capirla”). Ai farmaci si lega inoltre un abuso da parte di alcuni pazienti che non riuscendo ad uscire dal tunnel dell’ansia arrivano ad un sovradosaggio, ignorando la prescrizione medica.
L’esercizio fisico
In alcuni casi fare sport può aiutare a scaricare le tensioni e ridurre lo stress. Esistono poi specifiche tecniche di rilassamento, si pensi allo yoga, che hanno la capacità di abbassare sensibilmente i livelli di ansia e che ci permettono di tenere sotto controllo la nostra ansia.
Non necessariamente un nemico
Sembra incredibile, ma l’ansia è anche un alleata; naturalmente se si tratta di un sintomo controllato e minore. Si tratta infatti di un meccanismo naturale, fisiologico, una condizione che attiva le nostre risorse e ci consente di affrontare situazioni difficili nel migliore dei modi. L’importante è che si tratti di un livello di ansia gestibile e non di una condizione patologica.