L’esperienza del COVID-19 ha messo ancora più in luce il valore della salute respiratoria. Gli specializzandi in Malattie dell’Apparato Respiratorio negli ultimi 2 anni sono triplicati, passando da alcune centinaia a circa un migliaio. Ancora in queste settimane gli pneumologi sono in prima linea per contenere l’emergenza Covid-19. Oltre le acuzie, infatti, si è aggiunta una mole importante di pazienti cronici che, in fase post Covid-19, sviluppano fibrosi polmonare e sintomatologie da long-Covid. Se ne è parlato durante Next Generation. Pneumologi di domani a confronto, il workshop di tre giorni appena concluso all’Università La Sapienza di Roma. “Il congresso nasce grazie al lavoro di tutto il consiglio direttivo SIP e del Presidente uscente Prof. Luca Richeldi che nei suoi due anni di mandato ha svolto un incredibile lavoro per portare avanti, nonostante la pandemia, i temi e le istanze della pneumologia. L’integrazione dell’energia e dell’entusiasmo dei giovani specializzandi e specialisti con l’alto valore accademico e clinico della componente senior della SIP/IRS è sicuramente il valore aggiunto di questo congresso – sottolinea il professor Carlo Vancheri, Università di Catania, referente scientifico del congresso.
La telemedicina nella pneumologia di domani
Tra i temi principali: il futuro della telemedicina. “Non esiste una sola telemedicina: ogni percorso di monitoraggio è specifico per patologia e per la natura del paziente ma è sempre orientato a ridurre significativamente l’ospedalizzazione – precisa il dottor Francesco Lombardi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e referente scientifico del congresso – In rapporto al Covid-19, per noi pneumologi il telemonitoraggio può essere molto “stretto” misurando la saturazione arteriosa, con strumenti in collegamento bluetooth, a quei pazienti appena contagiati e che potrebbero peggiorare improvvisamente. Di sicuro, in questo periodo pandemico, l’assistenza sanitaria a distanza rappresenta per noi una grande opportunità per seguire e curare tutti quei pazienti affetti da patologie respiratorie non Covid-19”.
Con il congresso Next Generation 2021, dedicato a dar voce ai giovani specializzandi, la SIP/IRS ribadisce anche l’urgenza di formalizzare in tutte le regioni la terapia sub-intensiva pneumologica, a prescindere dal Covid-19 – concludono i due referenti scientifici del congresso -. Si tratta di un servizio ormai necessario, sostenuto da molteplici evidenze cliniche e di costo/beneficio. Infine, un’ultima considerazione: l’esperienza pandemica ha certamente messo la pneumologia al centro della salute del cittadino e, allora, perché non inserire la pneumologia tra le specialità mediche necessarie per accreditare un ospedale, oltre la cardiologia – ad esempio – ed altre specialità considerate indispensabili”?