Fare in modo che ospedale e medicina del territorio possano “parlarsi”, migliorando così una situazione assistenziale che oggi è molto complessa e congestionata. È uno degli obiettivi, e uno dei temi, che la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi) sta discutendo nella prima delle due giornate di confronto programmata al Monaldi di Napoli. Un rendez-vous, quello della XXII edizione del congresso regionale, che punta a consolidare la lunga tradizione di eccellenza nel campo della medicina interna, continuare a promuovere lo scambio di conoscenze e l’aggiornamento professionale dei medici internisti, mantenendo alto il livello di qualità nell’assistenza.
Gestione complessa
«Riuscire a porsi come trait d’unione tra ospedale e territorio – ha detto la presidente campana Ada Maffettone – è una delle sfide che la medicina ospedaliera è chiamata a vincere».
Del resto «la medicina interna ospedaliera risponde a bisogni di salute diversissimi tra loro che presuppongono livelli di assistenza diversificati per poter garantire un percorso appropriato per ogni paziente, una gestione efficiente delle risorse disponibili e una risposta più celere da parte dell’intero sistema. I pazienti ricoverati in medicina interna hanno sempre condizioni cliniche gravi e di difficile gestione, con esigenze assistenziali molto complesse».
Carenza di personale
Uno dei nodi cruciali per riuscire a migliorare il sistema sanitario è poi quello della carenza di personale. Un tema caro alla Fadoi che ha proposto anche una riflessione importante su turni massacranti, specie nei reparti di frontiera, e incentivi che mancano per i giovani medici. Sei le sessioni del congresso, ognuna dedicata a un aspetto specifico della medicina interna. Esperti di caratura nazionale ed internazionale interverranno durante il congresso, condividendo le loro conoscenze.