«Ho combattuto come un guerriero, mi sono aggrappato alla vita con tutte le mie forze, così come giorno dopo giorno lo stanno facendo tanti altri bambini e malati che impavidi stanno combattendo battaglie estenuanti». Sono le commuoventi parole che si leggono in un post Facebook sulla pagina di Alessandro Maria Montresor. Parole che i genitori del piccolo hanno voluto, ancora una volta, scrivere in prima persona. Come se a pronunciarle fosse proprio Alessandro Maria. Quattro mesi fa, al Bambino Gesù di Roma, Alex era stato sottoposto ad un trapianto per combattere una malattia genetica. Ora che il miracolo sembra essere avvenuto, si pensa alla sua ripresa.
NUOVA VITA
«Non è stato semplice – si legge – sono stato lontano da tutto e da tutti, ma adesso che il catetere venoso centrale, collegato al mio cuoricino per permettere l’infusione dei farmaci oltre che delle cellule staminali di papà, è stato tolto ed abbiamo avuto conferma dagli ultimi esami che le cellule del mio papà hanno completamente sostituito quelle mie malate, posso finalmente intraprendere una nuova avventura: vivere come i bimbi delle mia età».
SOLIDARIETA’
Quando su Facebook si diffuse il primo post fatti dai genitori di Alex, in breve partì la gara di solidarietà per cercare un donatore compatibile. Il bimbo era in carico ad un ospedale inglese, ma in Italia migliaia di persone si misero in coda nelle piazze per fare test del DNA e trovare una compatibilità. Si cercava il proverbiale ago nel pagliaio. A Napoli, in Piazza del Plebiscito, la gara di solidarietà divenne addirittura commuovente. Migliaia di giovani si risposero all’appello restando in coda dalle prime ore del mattino sino alla sera, solo per dare una speranza ad Alex. Alla fine la compatibilità non fu trovata, ma si decise di provare comunque con le cellule del papà. Decisione che si è poi mostrata vincente. Grazie al caso di Alessandro Maria i campioni raccolti hanno ampliato il registro nazionale dei donatori e, non meno, hanno accesso un faro sull’importanza della donazione. Ora che il piccolo sta tornando a nuova vita si può finalmente parlare di storia a lieto fine, ma è bene che le donazioni non si fermino mai. Perché di Alex in attesa di un miracolo ce ne sono molti altri.