La medicina di genere rappresenta un’evoluzione in campo medico e realizza terapie molto più specifiche. La ‘medicina delle donne’, per la prima volta, entra ufficialmente nelle Università italiane e nel Diritto. Un passo avanti che si realizza proprio a ridosso della Festa della donna e annunciato qualche giorno fa in occasione del convegno ‘Chi l’ha detto che donne e uomini sono uguali?’, promosso da Farmindustria.
“E’ necessario battersi per il riconoscimento del diritto alla salute delle donne. E’ infatti singolare – ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – pensare che nel 2017 ci sia ancora qualcuno che non riconosce la diversità uomo-donna per la medicina. Spesso viene detto che una medicina di genere ha dei costi troppo elevati, ma in realtà tutta la medicina moderna tende all’approccio della personalizzazione, e il primo passo è dunque proprio il riconoscimento delle differenze”.
Il tema della salute della donna sarà portato al prossimo G7 dei ministri della Salute in programma a Milano il prossimo novembre, ha detto Lorenzin. I nuovi livelli di assistenza oggi prevedono già qualcosa in più rispetto a prima: “dai nuovi screening gratuiti in gravidanza al riconoscimento di patologie come l’endometriosi, che solo in Italia colpisce 300 mila donne”. Il ministro ha anche sottolineato che bisogna lavorare di più sulla prevenzione. E la ‘svolta’, secondo gli esperti, potrà dunque arrivare proprio dall’affermazione della medicina di genere ed il primo passo è la sua ‘ufficializzazione’ nei corsi universitari. Da quest’anno accademico infatti, ha annunciato il presidente della Associazione Conferenza dei corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Andrea Lenzi, “i 59 presidenti dei corsi di laurea in Medicina hanno deciso che tutti questi corsi di laurea avranno nell’ambito delle loro discipline, da endocrinologia a medicina interna, l’insegnamento della medicina di genere, che è la prima tappa per la medicina personalizzata”. Questo, ha chiarito, “non perchè la medicina per gli uomini e per le donne siano due medicine differenti, ma perchè la terapia e la diagnostica vanno declinate in funzione del sesso”.
La medicina di genere entra per la prima volta anche nel Diritto italiano, con la Legge delega sulle professioni sanitarie all’esame alla Camera, ha affermato la presidente della commissione Sanità del Senato Emilia Grazie De Biasi. Inoltre, “la mia proposta – ha affermato – è arrivare ad un protocollo d’intesa con i ministeri dell’Università e della Salute, oltre che con le Regioni, per attuare un Piano per la promozione della medicina di genere che possa essere però puntualmente monitorato”. E una iniziativa ‘rosa’ è anche quella annunciata dal presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: corsi di formazione e informazione sui farmaci, sull’appropriatezza terapeutica e sulla prevenzione destinati in primo luogo alle donne, con l’obiettivo di partire con programmi mirati già nelle scuole.
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