Esiste un miele che ha il potere di arrestare la crescita e la diffusione del colon. Incredibile, ma vero. Si tratta di una varietà di miele tipica della aree mediterranee: il miele di corbezzolo. Le sue doti sono state osservate grazie ad uno studio innovativo prodotto dai ricercatori dell’Università politecnica delle Marche, insieme con quelli delle università di Vigo e Granada, hanno visto in laboratorio che le cellule tumorali del colon, quando gli viene aggiunto questo miele, smettono di crescere e diffondersi.
COME AGISCE
Secondo lo studio, pubblicato sul Journal of Functional Foods «il trattamento con questo miele blocca il ciclo delle cellule del cancro regolando alcuni geni, inibisce la migrazione delle cellule, riduce la loro capacità di formare colonie e induce la loro morte programmata», spiega Maurizio Battino, coordinatore della ricerca. L’effetto antitumorale del miele di corbezzolo sul cancro del colon aumenta con la quantità e durata della terapia. «Nessun effetto è stato osservato invece quando il miele viene applicato sulle cellule sane – continua. Tuttavia serviranno nuovi studi, su modelli vivi, per confermare l’effetto chemio preventivo di questo miele. E’ un punto di partenza che ci indica i principali meccanismi molecolari attraverso cui si produce questo effetto, rafforzando l’interesse per lo studio di questo alimento mediterraneo».
PREVENZIONE
Al momento l’arma più efficace per combattere questo tumore è la corretta alimentazione unita alla prevenzione. Se una persona sa di essere a rischio elevato, perché ha avuto parenti con questo tumore in uno o l’altro dei rami familiari, è opportuno che segua una dieta con pochi grassi, poca carne e ricca di fibre, vegetali e frutta al fine di ridurre il rischio di sviluppare dei tumori del colon-retto. La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di identificare il 25 per cento circa dei cancri del colon-retto e pertanto è raccomandata nell’ambito dello screening per tutti gli individui tra i 50 e i 75 anni di età, con cadenza biennale. In caso di positività dell’esame è indicata la colonscopia, un esame del colon con un apposito tubo flessibile. In caso di familiarità per neoplasia del colon retto la colonscopia è indicata a partire dai 45 anni oppure 10 anni prima dell’età della diagnosi del parente di primo grado. L’esame, se negativo, va ripetuto ogni cinque anni. La ricerca del sangue occulto nelle feci, in questi casi, viene effettuata annualmente. In caso di sindromi genetiche ereditarie bisogna invece seguire protocolli specifici a partire dalla giovane età.