L’Italia è invasa da farmaci contraffatti, venduti spesso usando internet. A rivelarlo sono i quasi 18 mila controlli, per oltre 2,4 milioni di confezioni e 4 milioni di fiale o compresse sequestrati, oltre 200 persone arrestate e 3.200 denunciate, quasi 2 mila segnalate e 4.600 sanzioni amministrative comminate. Sono i numeri di quattro anni di lavoro (2013-2017) dal comando dei Carabinieri per la tutela della salute cui si sommano altri 7 mila interventi di controllo nel 2018. Numeri enormi, che vedono spiccare per tipologia i farmaci per la disfunzione erettile o altre problematiche della sfera sessuale maschile.
Impotenza
Secondo l’AIFA, la tipologia di farmaci che sono stati più oggetto di sequestri in Italia, è quella per il trattamento delle disfunzioni erettili (60/70 per cento del totale) e quelli con tossine botuliniche, oltre all’uso di integratori alimentari per celare la presenza illecita di principi attivi farmaceutici. Un problema economico rilevantissimo – secondo l’OCSE dopo quello dell’abbigliamento il settore più colpito è proprio quello dei farmaci – e un fenomeno che appartiene all’economia sommersa di tipo criminale, dunque difficile da quantificare in modo esatto. I sequestri, infatti, si inseriscono solo in una piccola parte del mercato. Secondo il Consiglio d’Europa il commercio di farmaci contraffatti supera di 25 volte quello delle sostanze stupefacenti. Ma anche un problema di salute per coloro che ne fanno uso, affidandosi necessariamente a canali distributivi non verificati, al web, al mercato nero. Nel suo recente rapporto “Illicit Trade: Converging Criminal Networks” (2016), si scopre che il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principi attivi, il 20% ne contiene in quantità non corrette, il 21.4% è composto da ingredienti sbagliati, il 15.6% ha corrette quantità di principi attivi ma un packaging falso, l’8.5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti.
L’iniziativa
Sono questi solo alcuni dei dati presentati oggi a Roma, proprio durante la settimana nazionale contro la contraffazione, in occasione della nuova campagna “LA TUA SALUTE VALE DI +” voluta dalla Società Italiana di Urologia per sensibilizzare i cittadini e contrastare questo fenomeno partendo dalla fonte, l’acquirente, con una serie di iniziative tradizionali e social. Sarà distribuito nelle farmacie e nei centri di urologia che collaborano con la SIU un opuscolo che contiene un decalogo di comportamento molto chiaro e altre importanti informazioni. Le stesse informazioni saranno disponibili anche in digitale, sul sito www.siu.it e sui profili Twitter (SIU_Italia) e Facebook (societaitalianadiurologia), dove proseguirà la campagna social già iniziata. «La Società Italiana di Urologia ha deciso di prendere una posizione forte sul tema della contraffazione per sensibilizzare la popolazione sui pericoli legati all’acquisto dei farmaci attraverso canali non ufficiali e senza il consiglio dello specialista», spiega Walter Artibani, segretario generale della SIU.
Salute pubblica
«I farmaci contraffatti o falsificati – precisa Vincenzo Mirone, responsabile comunicazione della SIU – costituiscono un grave rischio per la salute pubblica. Esistono prodotti senza principi attivi, con costituenti diversi da quanto dichiarato, con preparazioni inadeguate per dosaggi, formulazioni e principi. Nel migliore dei casi questi farmaci contengono un principio attivo senza alcuna efficacia, ma nella maggior parte dei casi il farmaco falsificato ha un’azione che consente di imitare almeno in parte gli effetti del prodotto originale, così che il consumatore non si accorga immediatamente del falso e il mercato possa sostenersi e proseguire nel tempo. Ma in molti casi questi farmaci contengono elementi pericolosissimi per la salute: le analisi svolte sui prodotti sequestrati hanno consentito per esempio di trovare vernici stradali e gesso, in alcuni casi sono state trovate tracce di arsenico e veleno per topi. Inoltre, quasi sempre, i dosaggi sono variabili da una compressa all’altra e si passa da pillole senza principio attivo ad altre che ne possono contenere il doppio del dovuto. Non vanno infine sottovalutati i rischi che possono derivare da una non idonea conservazione del farmaco nel periodo che intercorre dalla sua produzione all’immissione sul mercato. La qualità e il controllo di finti farmaci venduti online è di fatto inesistente, ma questo è un rischio legato anche a farmaci originali, ma rubati e reimmessi nel mercato attraverso vie illegali alternative»