bimbi dimenticati in auto
I minori deceduti dopo essere stati lasciati in auto sono aumentati esponenzialmente, oltre 600 vittime dal 1998 a oggi, il 90% sotto i 3 anni d’età. Molti esperti hanno cercato negli anni di trovare le ragioni dietro alla fatale dimenticanza. Mancanza di sonno, stanchezza, stress o variazioni nella routine quotidiana possono influire sul comportamento anche del più premuroso e attento dei genitori. Le vittime hanno quasi sempre meno di 4 anni, la morte sopraggiunge per ipertermia: un brusco aumento della temperatura corporea che causa disidratazione e, nei casi più estremi come quello di Arezzo (giugno 2017), arresto cardiocircolatorio.
Nel 2010, Gene Weingarten, giornalista del Washington Post, ha vinto un Pulitzer per aver analizzato il fenomeno dell’aumento dei bambini morti per ipertermia in un lungo articolo. Si tratta di 600 morti dal 1998 a oggi, il 90% sotto i 3 anni d’età. La temperatura, in questa fascia d’età, sale infatti da 3 a 5 volte più velocemente rispetto a quella di un adulto proprio per la ridotta corporatura e la minore percentuale di acqua nell’organismo (disidratazione e ipertermia possono sopraggiungere nel giro di 20 minuti). In un’auto parcheggiata sotto il sole, la temperatura può salire tra i 10 e i 15 gradi ogni quarto d’ora, arrivando a 50 gradi contro i 25 esterni. Il 20 gennaio se ne discuterà a Firenze dalle ore 10.00 alle ore 19.00 al Cinema della Compagnia, Via Cavour 50/R. Il tema del convegno è: “Dimenticare” il bambino in auto. L’assenza che può uccidere. Riflessioni culturali e psicopatologiche sui drammatici, ripetuti e apparentemente incomprensibili fatti di cronaca. È un occasione rivolta a chiunque sia interessato a comprendere i tragici fatti di cronaca di bambini lasciati in auto sotto il sole, però curandone la morte per ipertermia. Il convegno è organizzato dalla rivista di psichiatria e psicoterapia “Il sogno della farfalla”.
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