Annebbiamento e sdoppiamento della vista, rallentamento e difficoltà di espressione, fatica nell’ingerire, secchezza della bocca o debolezza muscolare. Sono alcuni dei sintomi del botulismo e a quanto pare, benché in pochi conoscano questo rischio, l’Italia è il Paese europeo col più alto numero di casi di botulismo (dati del Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo – CNRB). La malattia ha il potere di paralizzare la persona che entra in contatto con il batterio Clostridium botulinum e altri clostridi produttori di tossine botuliniche. Anche se, nella fase di esordio, i sintomi sono aspecifici, comuni ad altre condizioni. Per questo, spesso, non si arriva ad una diagnosi immediata.
VELENO
Gli addetti ai lavori sanno bene che il botulino è il più potente veleno naturale finora conosciuto. Basti pensare che un grammo di tossina botulinica tipo A, per ingestione, può uccidere oltre quattordicimila persone e che il consumo di piccolissime quantità di alimenti contaminati può provocare la malattia e addirittura essere letale. Le forme principali di botulismo sono tre. Si può avere un botulismo alimentare, causato dall’ingestione di alimenti contaminati con le tossine botuliniche; infantile, dovuto alla produzione di tossine botuliniche nel lume intestinale di bambini con età inferiore ad un anno o da ferita, conseguente allo sviluppo di C. botulinum e alla conseguente produzione di tossine in ferite infette.
FONTI DI RISCHIO
Il botulino è un microrganismo anaerobio, vale a dire che si sviluppa in assenza di aria, che si può ritrovare nel suolo, nei sedimenti e nella polvere, sotto forma di spora. Il botulismo alimentare è il più diffuso ed è un’emergenza per la salute pubblica, dal momento che l’intossicazione può riguardare molte persone contemporaneamente. Fortunatamente esistono trattamenti efficaci, ma solo con la somministrazione di un’antitossina nelle prime ore dalla comparsa dei sintomi e il recupero è molto lento. La maggior parte dei pazienti ci mette settimane per guarire e spesso servono mesi di terapia di supporto. Ecco perché, soprattutto per ridurre i rischi alimentari, è bene fare molta attenzione alla preparazione e alla conservazione di alimenti fatti in casa. La maggior parte dei casi di botulismo, infatti, è correlata a conserve di produzione domestica. Come dire, ben vengano le famose “conserve della nonna”, purché fatte e conservate a regola d’arte. E nel dubbio è sempre meglio evitare di mangiarle.