La notizia ha messo in apprensione tutti i suoi fan, sia sportivi che televisivi. Daniele Scardina, tra i più popolari pugili italiani, si è sentito male ed è stato operato d’urgenza all’Humanitas di Milano dopo essere arrivato in codice rosso, trasportato dal 118. Come riporta il Corriere della Sera, la chiamata «è arrivata poco prima delle 17: un cliente della palestra, tra le più grandi dell’hinterland, si era sentito male negli spogliatoi e aveva perso conoscenza». Poco dopo sarà chiaro che il paziente è il giovane pugile, 30 anni, già campione intercontinentale Wbo dei supermedi.
L’INTEREVENTO
A quanto pare il pugile è stato operato d’urgenza, un intervento alla testa che sarebbe durato più di 4 ore. Cauto ottimismo quello espresso dai medici, anche se le condizioni del pugile restano molto delicate e serie. «Daniele – si legge in una nota diffusa sul web dall’Organizzazione Pugilistica Italiana – ha superato l’operazione e adesso si trova sotto stretta osservazione dell’équipe medica. Attenderemo le prossime ore per avere ulteriori aggiornamenti sulle sue condizioni di salute».
LE CAUSE
Non è noto al memento quale sia la causa del malore che ha colpito il pugile, certo è che i duri colpi subiti nell’arco della vita potrebbero aver giocato un ruolo. Il malore sarebbe sopraggiunto al termine di un allenamento, quando il pugile era ormai nello spogliatoio. Scardina ha avvertito un dolore all’orecchio e a una gamba poi ha perso i sensi. Sui social si moltiplicano i messaggi di sostegno al pugile, tra questi anche il messaggio della conduttrice Diletta Leotta, ex fidanzata di Daniele, che ha pubblicato un post con la scritta “forza Dani”, con l’emoticon delle mani giunte in segno di preghiera.
MAGGIORI RISCHI
Al di là della storia personale di Scardina, che ovviamente sta tenendo con il fiato sospeso centinaia di migliaia di suoi fan, è noto che il pugilato sia uno sport con non pochi rischi. È bene sottolineare ancora una volta che le cause del malore occorse al giovane pugile sono ancora tutte da chiarire, ma resta la considerazione dei rischi ai quali sono esposti gli atleti che praticano sport di contatto. Di recente, uno studio pubblicato sulla rivista Neurology e condotto dagli scienziati dell’Università di Boston ha anche certificato una stretta correlazione tra la boxe e la malattia di Alzheimer. Stando a quanto appurato «gli uomini che subiscono ripetute lesioni alla testa, come avviene durante gli incontri di pugilato, potrebbero essere associati a un rischio tre volte superiore di sviluppare complicazioni neurodegenerative come il morbo di Alzheimer».