«Una delle criticità maggiori nella gestione dei pazienti asmatici è legata all’aderenza alle cure. Soprattutto i più giovani tendono infatti a sottoporsi ai trattamenti solo quando vivono fasi acute della malattia, quando stanno meglio o addirittura bene tendono a dimenticare che l’asma è una malattia cronica e abbandonano le terapie farmacologiche». A parlare è Fausto De Michele, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria del Cardarelli di Napoli. È lui a mettere in luce uno dei principali nodi da sciogliere nel trattamento di questa malattia che, spiega, è molto più diffusa di quanto si possa credere. Addirittura, «la più diffusa tra le malattie respiratorie croniche. All’incirca il 6% degli italiani (poco meno di 4 milioni di persone, ndr) soffrono di asma. Una patologia che riguarda un po’ tutte le fasce d’età, ma che ha una prevalenza importante soprattutto nei giovani».
ANDAMENTO A FASI
Ma quali sono le principali caratteristiche dell’asma? De Michele spiega che si tratta di una patologia infiammatoria dei bronchi, con sintomi molto variabili nel tempo e fasi di relativo benessere che si alternano a fasi di riacutizzazione. «Quasi sempre – dice – serve un intervento farmacologico per superare queste crisi. E anche se la patologia si presenta nella maggior parte dei casi in lieve o moderata, non dovrebbe mai essere sottovalutata». Quello che la maggior parte dei pazienti asmatici scopre sin da subito è che la patologia ha una predisposizione familiare, soprattutto se si tratta di forme allergiche. Quindi, chi ha genitori con allergie respiratorie o asmatiche ha un maggior rischio di avere la stessa predisposizione genetica. «Gli allergeni che tutti conosciamo – sottolinea lo specialista – sono i pollini e la polvere, ma sono moltissime le sostanze nell’ambiente che possono scatenare delle crisi».
DIAGNOSI
Al di là dell’aderenza alle terapie, una delle criticità nella gestione di questa patologia è nella diagnosi. «Non tutti i pazienti asmatici si rivolgono al proprio medico e vivono la propria condizione in maniera inconsapevole – conclude De Michele -, l’ideale sarebbe riuscire ad avere collaborazioni più strette tra gli specialisti (allergologi e pneumologie) e i medici di famiglia, per portare avanti diagnosi precoci e una gestione integrata». In questo senso la Campania ha fatto un passo importante, perché è stato redatto un percorso diagnostico terapeutico assistenziale dedicato propri ai pazienti con malattia respiratorie croniche. Uno strumento decisivo nell’ottica di una presa in carico globale.