Tempo di lettura: 3 minutiDopo le vacanze di Natale, i luoghi più affollati sono due: le palestre e i tribunali. Il primo si ripete ogni anno al seguito di una serie di buoni propositi. Il secondo invece è il risultato di una decisione che vale per il 25% delle coppie in crisi, dopo che le tensioni sono arrivate al culmine proprio nel periodo festivo.
Basti pensare che solo a Milano tra il 7 e il 30 gennaio si registra un incremento del 35%(dati FamilyLegal) delle richieste di separazione, andando a incidere sul trend degli ultimi 30 anni che registra un numero quadruplicato di divorzi in Italia (Dati Istat. 1991-2018), passando da quasi 400mila a oltre 1,5 milioni.
Coppia in crisi alla prova vacanze
“Passare più tempo insieme, rispetto al solito, fa emergere tutte le incompatibilità. Anche perché molti si sentono sotto pressione: pensano di dover trascorrere un Natale perfetto, proprio come quelli dei film delle feste – spiega
Marco ROSSI, sessuologo e psichiatra – E così, anche quando si rendono conto che il rapporto è irrimediabilmente compromesso, si sentono obbligati a rimanere con il partner fino alla fine delle vacanze. Senza dubbio la vacanza pone alla coppia compiti emotivi nuovi. Intanto obbliga a essere fianco a fianco, interrompendo una routine consolidata e rassicurante. Quando non c’è l’abitudine di condividere, e con questo si intende non solo abitare sotto lo stesso tetto ma stare e fare cose insieme, il vivere fianco a fianco per diversi giorni può non venire così facile e spontaneo. Può essere un momento in cui energie e interessi vengono ritirati dalle attività di routine per concentrarsi sulla relazione e, allora, questo momento risulta caricato esageratamente di aspettative impossibili. O, semplicemente, può far affiorare difficoltà di coppia che la vita abituale, carica di impegni e distrazioni, nasconde. Questo periodo dell’anno – continua ROSSI – evoca una risposta così emotiva che a volte le persone vogliono dissimulare le negatività della loro vita e concentrarsi sulle cose felici. Ma solo fino a quando le vacanze finiscono”
Numerose le occasioni di litigi che accompagnano il periodo delle feste, dalla corsa ai regali, alle recite dei figli, allo stress dei preparativi, alle cene obbligate. I motivi di frizione nella coppia sono molti, senza dimenticare quello più classico di tutti, l’infedeltà.
“Il fondo lo toccano soprattutto coloro che prima delle feste hanno iniziato una storia clandestina – continua
Alessandro Nicolò PELLIZZARI, giornalista, blogger e autore de “La matematica del cuore” – Avere l’amante avrà trasformato i momenti con il coniuge in una sorta di tortura. Tutto ciò si traduce in litigi quotidiani che proseguono anche dopo la Befana. Le vacanze, se sanciscono il “Divorce Day” per le coppie in bilico, per gli amanti hanno un effetto altrettanto devastante- continua PELLIZZARI – Ancora più a rischio gli amanti “oltre”, quelli che hanno ormai superato i sei mesi di relazione o addirittura l’anno, categoria con il morale a terra a seguito del primo distacco forzato delle festività. Gli amanti che hanno superato i 12 mesi di storia hanno invece vissuto il secondo Natale divisi, speranzosi dell’attesa notizia di voler costruire una vita insieme”.
Nel libro “La matematica del cuore” la prima parte è dedicata alle relazioni in generale, toccando l’argomento vacanze come momento particolarmente difficile per le coppie in equilibrio precario. Nella seconda parte, quella dedicata agli amanti, non a caso l’ultimo capitolo è intitolato “Diario di sopravvivenza per le feste”.
“Le coppie in crisi fanno in genere due errori capitali, cercando di sistemare i loro guai sentimentali ma ottenendo il risultato contrario: cercare un figlio e programmare una vacanza insieme. Avere un figlio, per quanto bello sia, è un evento che per la sua portata di fatica e di richiesta di tempo e attenzioni mette a dura prova anche le coppie più affiatate, figuriamoci quelle claudicanti – conclude ELISELLE, autrice del libro – La vacanza invece si dimostra letale perché la coppia in crisi spesso sopravvive grazie alla scarsa condivisione del tempo, vuoi per il lavoro vuoi per le incombenze familiari. Le distanze tengono sopiti i problemi che continuano a covare sotto la cenere, ma non appena si ricomincia a stare più insieme, bastano un paio di settimane scarse per innescare i meccanismi classici provocati dalla frustrazione e dal disamore, con l’unica conclusione possibile: fuoco, lapilli e distruzione”.