Concentrando l’attenzione su calcio coronarico, fattori genetici ed elasticità delle arterie possiamo proteggerci dal rischio di malattie cardiovascolari. Questi tre elementi sono infatti essenziali nella valutazione dell’esposizione al rischio, aiutano infatti i medici a capire quali sono le persone che rischiano di più e, di conseguenza, ci consentono di mettere in atto le misure necessarie a proteggerle. Insomma, quando si parla di prevenzione delle malattie cardiovascolari, la chiave del successo è rendere sempre più personalizzata le strategie di intervento, perché siano più efficaci per tutti.
Lo studio studio CVrisk-IT
È proprio questo uno degli obiettivi dello studio CVrisk-IT e per questo i medici e i ricercatori di CVrisk-IT andranno alla ricerca (e alla verifica scientifica) di specifici fattori che possano aumentare o diminuire il rischio di contrarre una malattia cardiovascolare. Perché? Per capire se queste informazioni più precise e personalizzate, insieme ai consigli sullo stile di vita e al trattamento medico, possano aiutare a proteggere in modo sempre più efficace tutti noi dal rischio di ammalarsi.
Lo studio CVrisk-IT si concentra in particolare su tre fattori: la quantità di calcificazioni presenti nella parete interna delle arterie coronarie (i vasi che “nutrono” il muscolo cardiaco), la presenza, nel nostro patrimonio genetico, di caratteristiche predisponenti, e lo spessore della parete dell’arteria carotide. Vediamoli in dettaglio.
Cosa ci dice il calcio coronarico nelle arterie
Il calcio non si trova solo nelle ossa, ma è anche importante per la salute del cuore, permettendogli di mantenere un ritmo regolare e far scorrere il sangue. Il calcio aiuta anche il sangue a coagulare normalmente e a gestire la pressione sanguigna.
Però, il calcio nel sangue può depositarsi nelle coronarie, insieme ad altre sostanze, come colesterolo, grassi, cellule sanguigne, sotto forma di accumuli chiamati “placche”. La quantità di calcificazioni in corrispondenza delle placche è direttamente proporzionale al rischio di andare incontro a un evento cardiovascolare, come l’infarto del miocardio.
Ecco perché lo studio CVrisk-IT misura, tra l’altro, il calcio coronarico – mediante quello che i medici chiamano “punteggio del Calcio”, – per vedere se vi è un accumulo anomalo di calcio nelle arterie. Se vi sono segni di calcificazione, il cardiologo interviene, adattando i consigli e i trattamenti a seconda delle necessità di ogni persona.
Fattori genetici: il cuore che “ereditiamo”
Alcuni di noi sono più predisposti di altre a sviluppare malattie cardiovascolari a causa di fattori genetici, cioè ereditati dai propri genitori e nonni. Questo non significa che sia inevitabile avere problemi cardiovascolari, ma sapere se si è più a rischio può fare una grande differenza. Nello studio CVRISK-IT, si cercherà di indagare quei fattori genetici che influenzano la salute del cuore. Grazie alle informazioni raccolte dai ricercatori, si potrà scoprire se esiste il rischio di avere malattie cardiovascolari correlato all’ereditarietà familiare.
Stato della parete arteriosa: la “flessibilità” delle arterie
Le arterie sono come piccoli tubi che permettono al sangue ossigenato di viaggiare in tutto il corpo. In particolare, nel collo sono presenti due arterie (le arterie carotidi), responsabili dell’apporto di sangue alla testa e al cervello. Come per tutte le arterie, anche le pareti delle carotidi sono composte da tre strati.
Conoscere lo spessore di questi strati è importante, perché può segnalare la presenza di accumuli di placca, anche nelle sue fasi iniziali, prima che si manifestino i sintomi. L’accumulo di placca rende la parete delle arterie più spessa, riducendo il flusso del sangue. Inoltre, le placche possono rompersi, provocando la formazione di coaguli di sangue, che a loro volta possono bloccare del tutto la circolazione del sangue stesso.
Proprio per identificare in tempo questo rischio e agire prevenendo complicazioni in futuro, nello studio CVRISK-IT verrà controllato lo stato della parete arteriosa, per vedere quanto sono sane, flessibili e liberi da placca le arterie delle persone che partecipano allo studio.
Leggi anche:
Progetto CvRisk-IT, in 30mila ne potranno farne parte