Una lapide con un orsacchiotto di peluche e epitaffio che fa accapponare la pelle: «Non mi hanno vaccinato per paura dell’autismo», su un’altra si legge invece: «Avevo acquistato sul web un farmaco miracoloso», oppure: «Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio». Sono solo alcuni dei manifesti shock che presto verranno affissi in molte città italiane per combattere le fake news sulla salute. Il progetto si chiama «Una bufala ci seppellirà?» ed è stato ideato e promosso dalla Federazione degli Ordini dei Medici. «Diffidate delle bufale sul web. Chiedete sempre al medico» non a caso è l’invito che campeggia sui poster 6 metri per 3 e sugli annunci stampa che la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici ha ideato. La campagna – che sarà presentata il 10 maggio a Roma – intende sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere il fenomeno della diffusione delle fake news sulla salute tramite la rete. Un fenomeno preoccupante e in crescita, che mette a repentaglio la salute dei cittadini.
I dati
«Una Spoon River della salute, una campagna che in modo secco ed efficace, potremmo dire lapidario, mette in guardia dai pericoli delle false cure pubblicizzate in maniera allettante anche sul web», commenta il responsabile dell’Area Strategica della Comunicazione Fnomceo, Cosimo Nume.
Secondo la Ricerca Censis Assosalute 2017 sono infatti 15 milioni gli italiani che, in caso di piccoli disturbi, cercano informazioni sul web. Un atteggiamento pericoloso che è sempre più diffuso tra i giovani: il 36,9% dei millennials usa autonomamente il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi. Sarà proprio il direttore del Censis, Massimiliano Valerii, ad aprire la conferenza stampa con i dati più aggiornati sugli italiani, internet e la salute.
Una battaglia da vincere
A Napoli la campagna di affissioni partirà il 14 maggio e durerà per due settimane. «Far capire ai cittadini – dice il presidente dei medici Silvestro Scotti – quali danni possano arrivare da queste “bufale” è determinante. Ormai tutti noi usiamo i social network, e spesso è su queste piattaforme che certe “notizie spazzatura” vengono prese per vere. La colpa naturalmente non è delle tecnologie, che sono solo uno strumento, bensì di chi li usa in maniera impropria, il più delle volte per ragioni economiche». Tra i temi sensibili, quelli sui quali l’Ordine dei Medici di Napoli ha iniziato da anni una vera e propria battaglia: i vaccini e le diete. «Siamo abituati – conclude Scotti – a parlare direttamente ai pazienti, a stabilire con loro un rapporto di fiducia. Questi manifesti sono un pugno nello stomaco, ma a volte per salvare una vita si deve usare una “terapia” d’urto. Noi non ci tiriamo indietro».