Una risonanza magnetica sarà in grado di “bruciale” le cellule del tumore. Non è una promessa fantascientifica, è una realtà che molto presto potrebbe rivoluzionare la pratica clinica tradizionale per alcune forme di cancro. Questa super risonanza magnetica, grazie ad un apposito macchinario che emette ultrasuoni, potrà infatti colpire con precisione la neoplasia. L’apparecchio, innovativo a livello europeo, entra di fatto nella dotazione dell’Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori (Irst) e darà il via ad uno studio unico nel panorama internazionale che mira alla diagnosi e cura dei tumori
La sperimentazione
Tre sono i progetti i progetti sperimentali che saranno portati avanti per valutare “accuratezza diagnostica”, “sicurezza”, “tollerabilità”, “comfort” e naturalmente anche il rapporto tra costo ed efficacia. I ricercatori cercheranno anche di stabilire la capacità della risonanza nell’individuare i danni procurati al fegato dai farmaci chemioterapici e l’utilizzo degli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità nel trattamento dalle metastasi ossee e del dolore.
Doppia potenza
Una delle caratteristiche che rendono unica questa risonanza è quella di avere una potenza doppia rispetto alla risonanza “standard”. Di qui anche il nome “Rm 3Tesla” con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound.) In questo modo l’apparecchio permette di individuare lesioni tumorali di un millimetro, solitamente non si riescono a monitorare lesioni sotto i 5 millimetri. Inoltre è possibile analizzare al meglio tutti i tessuti, compresi quelli molli, e registrare gli aspetti di funzionamento degli organi. Ad esempio studiando il cervello si possono vedere le reazioni delle diverse aree al dolore e se ne può monitorare l’intensità. Il super macchinario entrerà a pieno regime ad aprile e vi potrà avere accesso chiunque abbia i requisiti per la sperimentazione.